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Otto e mezzo, il fango di Andrea Scanzi: "Se fossi Mamdani avrei paura"

di Roberto Tortora giovedì 6 novembre 2025

2' di lettura

Zohran Mamdani è appena stato eletto come nuovo sindaco di New York e la sua ascesa subito ha scatenato i dibattiti in tutto il mondo. Un musulmano nella Grande Mela fa certamente discutere. E lo si fa, quindi, anche ad Otto e mezzo, il talk di approfondimento politico di La7 condotto da Lilli Gruber

Chi se ne fa immediatamente paladino è Andrea Scanzi, giornalista del Fatto quotidiano, che sottolinea la violenza dei toni usati da parte della destra: “Sto notando una violenza tale nelle analisi e nelle reazioni della destra, sia americana sia in quelle di tutto il mondo, che io fossi nel nuovo sindaco di New York un briciolo di paura ce l’avrei. Perché? Stanno utilizzando toni devastanti per cui ha vinto un musulmano e ha vinto nella città dell'11 settembre 2001. Come a dire che aver scelto un musulmano, 24 anni dopo le Torri Gemelle, significa aver abiurato ai valori dell'Occidente, ai diritti dell'Occidente. Lo ha detto Vannacci, ma anche esponenti di Fratelli d'Italia, l'ho sentito dire da Giubilei e tanti altri".

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"In un momento del genere - prosegue Scanzi -, tenendo conto anche di quello che è successo nel passato recente negli Stati Uniti, secondo me è una vittoria che verrà presa malissimo dai MAGA, da Trump, dai sionisti e bisogna monitorarla tanto questa cosa, perché a suo modo è rivoluzionaria e può avere delle ripercussioni anche pericolose secondo me".

Scanzi su Mamdani, guarda qui il video di Otto e mezzo su La7

Nel suo discorso di vittoria, Mamdani ha subito sfidato Trump dal palco del teatro Brooklyn Paramount: “So che stai ascoltando: alza il volume!”. Il 34enn socialista ha vinto con un ampio vantaggio su Andrew Cuomo e con un’affluenza alle urne altissima, la più elevata dagli anni ’60. A votare sono infatti stati circa 2 milioni di newyorkesi e il socialista democratico ha incassato ben oltre un milione di preferenze, battendo in scioltezza l'ex governatore. Una sconfitta che per Cuomo quasi sicuramente indica la fine della sua carriera politica.

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