Segnatevi questa data: 5 novembre. Per Repubblica e per il popolo della sinistra che vive di eterni "modelli" da copiare, per qualche mese sarà una sorta di "nuovo 25 aprile". Una Liberazione da Donald Trump firmata Zohran Mamdani: giovane, islamista, ultra-socialista. Il nuovo sindaco di New York viene salutato con entusiasmo dalla redazione di Largo Fochetti. Forse un pelo eccessivo, ma si sa: dopo il premio Nobel vinto sulla fiducia da Barack Obama, non ci si dovrebbe stupire più di nulla nel variegato, ottimistico e un po' disperato mondo progressista.
La prima pagina è di quelle da appendere e, forse, destinata e invecchiara male. In ogni angolo è un tripudio di giubilo: "Il sindaco dell'altra America", recita il titolo a tutta pagina. Forse è un lapsus perché sì, New York effettivamente non è America. Inespugnabile feudo democratico, con l'eccezione di Giuliani ha praticamente sempre votato contro i candidati repubblicani. Certo, oggi la sfida vera era tra un socialista e un dem classico come Cuomo e questo qualche differenza in futuro potrebbe farla. Ma in negativo, per i dem che a livello nazionale potrebbero pagare uno slittamento eccessivo a sinistra che da sempre terrorizza la pancia dell'elettorato americano.
Nel conto però Repubblica inserisce anche il trionfo "in Virginia e New Jersey", leggendo il tutto quasi come un antipasto delle elezioni di midterm. Anche Gianni Riotta si riscopre comunista o giù di lì e in un appassionato commento scrive di un "primo passo di una riscossa ora possibile", sebbene i dem non abbiano ancora ben chiaro chi possa essere il candidato presidente in grado di lanciare per tempo la sfida a Trump (e addirittura la disastrosa Kamala Harris qualche giorno fa aveva affacciato l'ipotesi di una sua ricandidatura: una Caporetto non le basta). La penna di Gabriele Romagnoli esalta invece "l'irresistibile corsa dell'esercito dei dimenticati". E pensare che proprio sul "forgotten man", l'uomo medio dimenticato dai leader, Trump e Vance hanno costruito la loro travolgente vittoria elettorale.
A completare il quadro una struggente intervista a Bill De Blasio, ex sindaco della Grande Mela (non proprio amatissimo) che parla di "lezione per i dem" perché Mamdani "ha puntato su asili, bus e affitti". Intervista alla scrittrice americana Molly Jong-Fast che assicura: "Non è la vittoria degli estremisti. Donald sempre più impopolare". Si scorrono le pagine ed è sempre la classica sinistra, con Schlein che esulta: "E' un bel risveglio, la speranza batte la paura". Ora nel Pd non resta che sognare per "la spranza" in un bel volo diretto New York-Roma. E Annalisa Cuzzocrea? Intervistalo scrittore Giuliano Da Empoli: "Funzionano voci forti e idee nette". Tuttavia, suggerisce, anche Mamdani "è un predatore, un politico che grazie al digitale alza i toni". E, avverte, "resta il rischio antipolitica". Ma di questo meglio non parlarne.