Fa ancora discutere il caso Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, coppia anglo-australiana trapiantata nei boschi del basso Abruzzo cui lo Stato ha tolto i figli una volta appurato lo stile di vita isolato che la famiglia conduceva ormai da anni.
Se ne parla anche a Otto e Mezzo, il talk di La7 che anticipa la prima serata ed è condotto da Lilli Gruber. Tra gli ospiti un collega speciale, il padrone di casa di un altro dei salotti più famosi dell’emittente di Urbano Cairo, cioè Corrado Formigli, anche lui intervenuto sul caso della famiglia nel bosco.
Formigli mette in evidenza le contraddizioni di chi invoca una totale libertà individuale solo in alcuni casi: “Il tema viene sollevato perché c'è un magistrato che bisogna accusare perché c'è il referendum sulla separazione delle carriere e perché poi ci sono questi assistenti sociali che nella vulgata popolare è considerata un po' tutta gente di sinistra, gente che sta dietro a tutti questi casi marginali, è sempre colpa della società etc.. Se, però, prevale questo spirito libertario per cui ognuno deve fare quello che vuole e può vivere come vuole, allora perché i bambini dei rom devono essere mandati a scuola per forza e arrestate le mamme che non li mandano? La stessa cosa a Caivano, i papà dei piccoli che delinquono devono essere arrestati. Perché le famiglie omogenitoriali o omosessuali devono essere normate dallo Stato e invece le famiglie che vivono nei boschi possono fare quello che si vuole? Mi domando questo io”.
Formigli a Otto e mezzo, guarda qui il video di La7
La vicenda giudiziaria si è compiuta in 14 mesi, da quel 23 settembre 2024, quando i cinque furono ricoverati per un’intossicazione da funghi, fino al 13 novembre 2025, data dell’ordinanza del Tribunale dei minorenni dell’Aquila che toglie loro la potestà genitoriale. Una separazione dolorosa, figlia di diffidenze, muri alzati e nervi tesi. E di un dramma familiare ormai compiuto.