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Bovolenta, indagati 2 medici: "Aveva un trombo non doveva giocare"

Il campione di volley è morto lo scorso 24 marzo in campo a Macerata. Ora i pm accusano chi gli concesse l'idoneità

Giulio Bucchi
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Si riapre il caso di Vigor Bovolenta, l'ex nazionale di pallavolo italiano morto lo scorso 24 marzo durante una partita di B2 tra il suo Volley Forlì e la Lube Macerata. Due medici sportivi sono indagati per omicidio colposo dalla procura di Macerata: l'atleta soffriva di una coronaropatia aterosclerotica severa, e non avrebbe dovuto giocare. Destinatari dell'avviso di chiusura delle indagini, anticipa il Resto del Carlino, sono due medici di Forlì e Meldola, che nel 2011 rilasciarono a Bovolenta i certificati di idoneità sportiva agonistica. L'allora 37enne Bovo, colonna dell'Italia negli anni Novanta, secondo i periti Mariano Cingolani, Rino Froldi, Gian Piero Perna e Gaetano Thiene, nominati dai pm Ernico Rastrelli e Andrea De Feis, non avrebbe dovuto praticare sport agonistico in quanto un trombo di grosse dimensioni minava le sue coronarie. Di fatto, una di bomba ad orologeria esplosa la sera del 24 marzo al palasport di Fontescodella a Macerata, quando Bovolenta è barcollato e poi crollato a terra, senza più riprendersi. I due medici indagati dovranno giustificare i certificati di idoneità rilasciati ad un atleta che già nel 1997-'98, quando giocava a Ferrara, era stato costretto a fermarsi per tre mesi e mezzo a causa di un'aritmia cardiaca, problema che non si era poi più ripresentato.

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