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Luciano Moggi, la lezione definitiva ai teorici del calcio: "Ecco qualche consiglio non richiesto"

di Gino Coala martedì 30 aprile 2019

3' di lettura

Agli archivi anche il Derby d' Italia. Se l' 1-1 di San Siro ha dimostrato ai teorici che non ci sono 26 punti di differenza tra Inter e Juventus, ai pratici la Juve ha invece dimostrato il perché si differenzia da tutte le altre squadre: ha dalla sua tanta qualità, ma soprattutto non perde mai le motivazioni,anche dopo la conquista del titolo italiano, avvenuta nella stessa settimana del derby. Lo fa capire Chiellini nella dichiarazione a fine gara: «Siamo arrivati a Milano con la voglia di ben figurare , anche per dimenticare la delusione Champions». Sono parole che fotografano un gruppo che non si esalta per aver vinto un campionato con largo vantaggio sulla seconda, ma si duole per non aver vinto anche la Coppa dei Campioni. Ci piace ricordare ai tanti opinionisti che il suo modo di porsi in campo è dettato dalle caratteristiche funamboliche di molti suoi giocatori, Ronaldo compreso. Chi aveva pensato che l' acquisto di CR7 potesse giovare al gioco d' assieme, è solo un teorico che non conosce bene la materia. Le caratteristiche balistiche del portoghese hanno portato la spettacolarizzazione delle giocate, che sono poi la forza attuale della squadra, che vince o non perde per le giocate stesse e magari meno per il gioco d' assieme. Lo ha evidenziato lo stesso derby di San Siro, dove gli approcci alla partita sono stati diversi perché l' Inter era in campo per vincere, la Juve per non perdere e divertire i 78mila presenti allo stadio. Sembrava addirittura che i nerazzurri potessero fare un solo boccone dell' avversario anche per il fatto di aver trovato subito il gol , (più casuale che frutto di azione manovrata), con una prodezza balistica di Nainggolan che segnava quasi da metà campo con una rasoiata che non lasciava scampo a Szczesny. Se era stata infatti l' Inter ad esercitare la maggiore pressione nei 45 minuti iniziali, meritando di andare a riposo con un gol di vantaggio, la situazione si capovolgeva completamente nel secondo tempo, perché in campo c' era un' altra Juve, più aggressiva, che prendeva saldamente in mano le redini della gara, e pareggiava con una prodezza di Ronaldo: una di quelle giocate che solo i campioni sanno mettere a frutto. Da quel momento dominio incontrastato juventino che costringeva i nerazzurri a difendersi strenuamente per evitare addirittura la sconfitta. Presentando la giornata avevamo scritto che la lotta sarebbe stata tutta per il quarto posto, ultimo per qualificarsi in Champions. E così è stato. Meglio di tutte hanno fatto Roma, Toro, Lazio e Atalanta. Peggio di tutte il Milan, battuto da un Toro complessivamente superiore agonisticamente. La squadra rossonera discreta in campo nella prima parte della gara, nel secondo tempo, ha perso testa, gioco e faccia,permettendo agli uomini di Mazzarri di vincere e quindi di poter interferire nella lotta per la qualificazione. Bene la Roma che ne fa 3 al Cagliari. Giallorossi in piena zona Champions nonostante abbiano perso ultimamente in casa con la Spal, con il Napoli, pareggiato con la Fiorentina e infine vinto con il minimo scarto contro l' Udinese. Si ripropone addirittura la Lazio andata a vincere a Genova contro la Sampdoria: era tra le favorite prima della sconfitta di Ferrara contro la Spal e di quella, ancor più grave, in casa con il Chievo, ultimo in classifica. Visto l' andazzo si potrebbe quasi affermare che potrebbe assicurarsi la qualificazione chi, di queste squadre, perderà meno anziché chi vincerà di più. L' Atalanta in casa con l' Udinese vince 2-0 e vola solitaria al quarto posto. Nella lotta per retrocedere battono bandiera bianca l' Empoli, dopo aver perso contro il Bologna, e il Frosinone battuto in casa dal contestato Napoli di Ancelotti. di Luciano Moggi

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