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Valentino Rossi ei suoi "ragazzi"

di Lucia Esposito domenica 10 agosto 2014

3' di lettura

Cosa non muove un elefante, muovono quattro-cinque ragazzini un po' sbarbatelli con tanto entusiasmo, voglia e determinazione. Una passione per le due ruote che è divertimento, l'adrenalina pura e semplice che è energia contagiosa. Un idolo a due passi, una palestra in comune, un sogno condiviso. Un attimo, forse qualcosa di più, poi spalla a spalla, ruota a ruota con un nove volte campione del mondo. Dritte, consigli, contatti diventano abitudine, l'idea prima flebile si consolida, cresce, infine sboccia e si afferma. La VR46 Riders Academy nasce così, da faccia tosta e occhi furbi, da simpatia disarmante e attitudine al gas, quindi dall'ennesimo desiderio di mettersi in gioco del centauro di Tavullia. Galeotta la palestra. “Andavano nella stessa palestra di Valentino, chiedevano, domandavano e alla fine si sono avvicinati al suo preparatore atletico e allo stesso Vale” racconta Alessio Salucci, amico e compagno storico di Rossi in pista e non, ora pure responsabile dei rapporti coi team di questa nuova struttura di supporto a giovani piloti. “Erano simpatici, bravi e davano tanto gas. Aiutarli è venuto naturale”. L'Academy ha appena compiuto un anno, dopo che a Luglio 2013 Valentino raccoglieva il suo staff e decideva di rendere il tutto ben organizzato, così da fornire un sostegno a 360°. Sceglieva la qualità come massima priorità, stabiliva programmi differenziati e squadre di livello. “Già prima di creare il tutto, cercavamo di dare una mano. Il motociclismo è sicuramente una disciplina poco economica, ma è fondamentale avere attorno la moto giusta e un team preparato per evitare che potenziali talenti si perdano. Noi puntiamo a quello. Prendere una tale decisione sicuramente ci ha stupiti, però è stato molto emozionante” continua Salucci. Organizzazione e allenamenti. Per creare queste condizioni ottimali un gruppo nutrito lavora a tempo pieno, occupandosi di logistica, relazioni esterne, aspetti contrattuali, amministrativi e gestionali. La preparazione atletica è un punto cardine così come quella propriamente tecnica. Gli impianti sono validi e fruibili, il ranch del Dottore è il paese dei balocchi. “Carlo (Casabianca) ha un'area nella sua palestra tutta dedicata ai nostri ragazzi, li segue individualmente, è molto bravo. Fenati e Bagnaia non stanno qua, ma rispettano le sue indicazioni. Ogni Sabato scendono per l'allenamento al ranch e a quel punto sale in “cattedra” Valentino”.  Si suda a ritmo di traversi e accelerazioni, si correggono difetti, si lavora su manico e testa. Uno o due volte a settimana la fatica scompare e l'apprendimento si esalta: Valentino ti osserva e studia il modo per migliorarti, ti mette pepe sul posteriore se reggi poco la pressione di un rivale vicino, ti impone ritmi uniformi se sei incostante. Bulega, Marini, Migno e tutti gli altri: sono forti, sono veloci, sono pronti. Ascoltano e si impegnano, maturano e si formano, trovano pure tanta motivazione consapevoli che dal loro presente dipenderà il loro futuro e il futuro di qualche altro giovane promettente. “Valentino parla tanto con loro, non è solo pista. Dopo ogni gara c'è sempre un meeting tutti insieme. I ragazzi prestano molta attenzione a quel che dice. E' una figura importante anche per l'aspetto psicologico.” Elisir di eterna giovinezza. L'accademia made in Italy ha solo un anno di vita, è perfettibile ma la soddisfazione rimane enorme: i risultati, la novità, soprattutto il rapporto umano e la gioia di lavorare coi giovani hanno reso un successo quella che pareva una scommessa. Salucci, Tebaldi, Sanchioni, Brivio e il resto dello staff avvertono la responsabilità non indifferente, eppure rilanciano trascinati e ancora euforici come il primo giorno. “Questi piloti mi hanno riempito la vita. Al di là dei risultati, comunque buonissimi, ci fanno stare bene, ci fanno ridere, scherzare, ci tengono giovani. Sono talentuosi e simpatici. Per noi è una novità, ma è stimolante ed entusiasmante, è bellissimo” conclude Salucci. E' nato tutto da entusiasmo, voglia e determinazione, da quattro-cinque ragazzi ora divenuti sette (anche Morbidelli cui si è aggiunto Antonelli), da un sogno e una passione condivisi. Andrà avanti sulle stesse basi, proseguirà sulla stessa linea d'onda, fino ad arrivare al fine ultimo: Italia di nuovo fucina di campioni, Italia di nuovo ombelico del mondo a due ruote. Giulia Volponi

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