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Moviola in campo, le regole che renderanno il calcio uno sport "moderno"

di Andrea Tempestini domenica 12 ottobre 2014

2' di lettura

Benedette le elezioni della Fifa del prossimo maggio. È grazie a loro che «Sua Poltronità» Sepp Blatter, a caccia del quinto mandato di fila, si è riscoperto riformatore. Per scrostarsi di dosso il «vecchiume» che lo accompagna, l’inossidabile svizzerone ha sposato la causa della tecnologia in campo. Appena lo scorso aprile ringhiava: «Sono un conservatore, non voglio la moviola. Bisogna convivere con gli errori umani». Nel frattempo, poi, qualcosa è cambiato: ad esempio ha incassato il rifiuto del presidente dell’Uefa Platini di appoggiarlo alle prossime elezioni, e la terra gli è franata sotto i piedi. Ecco perché Blatter ha fatto rapidamente retromarcia, trovando anche una valida sponda in Carlo Tavecchio. Allo studio ci sarebbero alcune idee che lo stesso Blatter ha in mente. Un primo passo è stato già compiuto ai Mondiali brasiliani, quando è stata introdotta con successo la tecnologia del gol-non gol. Ora si intende estendere l’ausilio delle telecamere anche agli altri episodi controversi: fuorigioco, calci di rigore, espulsioni. Due chiamate a testa per ogni squadra, ma senza la possibilità di interrompere l’azione: l’intervento della moviola arriva non appena il gioco è fermo. La palla passa ora all’International Board, l’organo incaricato di esaminare le modifiche al regolamento. Nel 2010, il Board bocciò alcune proposte, tra cui il pallone dotato di microchip per i gol fantasma. Decisivi furono i voti negativi espressi dai quattro membri nominati dalla Fifa, mentre gli unici pareri a favore arrivarono dai delegati di Inghilterra e Scozia. Ora che Blatter ha cambiato versante, la bilancia delle preferenze sembrerebbe spostarsi a favore della tecnologia. In caso di approvazione, ci sarà una fase di test in manifestazioni giovanili. Una strada che è stata già percorsa da altri sport. In alcuni, come il rugby e l’hockey su ghiaccio, è l’arbitro a decidere di visionare su schermo il replay. Nella maggior parte, invece, sono giocatori o allenatori a farne richiesta. È quanto accade nella pallavolo, nella scherma e nel football americano, lo sport che ha fatto da apripista in questo senso. Massimo due chiamate, non oltre. Come a tre (per set) è fissato il limite nel tennis, con i giocatori che chiamano l’«occhio di falco» che chiarisce se una pallina è dentro o fuori. Nel basket italiano, la scorsa estate la moviola ha avuto la sua legittimazione: sarà presente sin dalla regular season e potrà essere richiesta per qualsiasi episodio controverso. di Francesco P. Giordano

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