Un taglio netto

Juventus, non solo Icardi e Donnarumma: nasce la squadra di Massimiliano Allegri, rivoluzione bianconera

Claudio Savelli

Fatti gli allenatori, a Inter e Juve ora non resta che fare, o rifare, le rose. La scelta dei successori di Conte e Pirlo svela i modi: Simone Inzaghi sottintende continuità nel 3-5-2, Max Allegri porta invece la controrivoluzione. In sostanza l'Inter cambierà meno della Juve, anche perché ha margine di manovra inferiori: Zhang ha infatti imposto un mercato in attivo per almeno 60 milioni, Agnelli invece "solo" un taglio al monte ingaggi (da 239 milioni) del 15%. 

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

Per chiudere in positivo la sessione, l'Inter ha bisogno di una cessione illustre che generi plusvalenza. Hakimi, l'unico al momento oggetto di offerte, potrebbe non bastare perché il suo ammortamento è pari a circa 40 milioni. Ma se il Psg dovesse alzare intorno ai 70 milioni (ieri sera si parlava di 60, con trattativa avanzata), potrebbe essere il primo a partire. Rinnovato Bastoni fino al 2024, e con l'idea di evitare il sacrificio di Lautaro, l'altro indiziato diventa Brozovic, non solo per il contratto in scadenza nel 2022 ma anche per il peso pari a zero a bilancio: plusvalenza netta. 

Eriksen a quel punto virerebbe nel ruolo di regista e ci sarebbe margine per accontentare Inzaghi col pupillo Luis Alberto, Lotito permettendo, con Leiva come rincalzo del danese e gli svincolati Radu e Maksimovic per la difesa (via Kolarov, Ranocchia e D'Ambrosio). 

Saranno un paio, al massimo tre con la cessione di Sensi (nelle liste di Gattuso per la Fiorentina e De Zerbi per lo Shakhtar), le grandi manovre di Marotta e Ausilio: il resto sarà contorno, vanno piazzati i rientranti dai prestiti Nainggolan, Dalbert, Joao Mario, Agoumé (20 milioni?). Le eccezioni sono Dimarco e Lazaro: a meno di offerte da 10 milioni rimarranno. 

In casa Juve non si torna al passato ma si va verso un futuro diverso, con un Allegri-manager nel vuoto di potere lasciato da Paratici, in attesa dell'istituzione di un dg (Cherubini, ma resta forte Carnevali del Sassuolo il candidato a stagione in corso) fissata per ottobre, ruolo lasciato vacante dall'addio di Marotta. Nedved è sopravvissuto (per ora) alle pulizie di primavera di Agnelli: rimarrà vicepresidente. Il mercato della Juve sarà movimentato, previo addio di Ronaldo, che chiacchiera con il Psg (se Mbappé andrà via, e Leonardo pure, è fattibile). 

 

Già fissata la contropartita per soddisfare i bilanci: Icardi, nonostante il post di smentita, è il preferito di Allegri tra gli attaccanti raggiungibili. L'uscita di CR7 è l'unica soluzione per tagliare il monte ingaggi e far spazio agli svincolati di lusso - Donnarumma (quinquennale da 10 milioni all'anno) e Calhanoglu (5 milioni per 4 anni) - e agli italiani chiesti da Max per ristabilire il blocco azzurro: Romagnoli, in scadenza nel 2022 con il Milan (che vuole riscattare Tomori), è ritenuto l'ideale partner di De Ligt; Emerson del Chelsea è il terzino sinistro in cima alla lista; Locatelli del Sassuolo il candidato per le chiavi del centrocampo: il figliol prodigo Kean l'ideale jolly d'attacco nel 4-2-3-1 che rimette Dybala al centro (si riparla del rinnovo, il 2022 incombe). 

Per prenderli tutti serviranno un centinaio di milioni: una parte arriverebbe dalle cessioni di Szczesny, McKennie, Rabiot e Ramsey, che non rientrano nei piani. A rovinarli, però, potrebbero essere Fifa e Uefa per la questione Superlega, con l'indagine in corso: pensate che terremoto se dovesse arrivare l'esclusione dalle coppe europee.