Il 2025? Un anno turbolento per Jannik Sinner. A raccontare le emozioni del tennista un docufilm dal titolo "Il ritorno", pubblicato dallo sponsor Rolex su Youtube mesi fa e che ora, con l'anno nuovo alle porte, rilanciato dai media. "Sono cresciuto in un piccolo paese del Nord Italia, tra le montagne. Non avevamo molto: mio padre faceva il cuoco e mia madre la cameriera nello stesso ristorante". Ma lo sport è sempre stata una sua passione: "Da dove vengo sciare è molto importante ovviamente. Sciavo tantissimo, giocavo a calcio e un po' a tennis, ma ero più bravo con gli sci. La differenza più grande tra sci e tennis è che nello sci scendi per un minuto e se fai un errore non puoi più vincere. Nel tennis invece puoi fare tanti errori e riuscire comunque a vincere la partita".
Da qui la scelta, a 13 anni e mezzo, che gli ha cambiato la vita: "Ci vogliono sei ore e mezza, anche sette di macchina per arrivarci - ha detto in merito alla decisione di trasferirsi a Bordighera -. Ho dovuto lasciare i miei genitori, i miei amici, mio fratello e pure gli altri due sport che mi piacevano: ho lasciato tutto a casa. La mia vita è cambiata completamente da un giorno all’altro. In quel momento ho capito che persona ero, cosa potevo fare e quanto in fretta stavo crescendo praticando lo sport che amo. Credo che questa fosse la strada giusta per me ed è questo che conta davvero".
Poi "nel 2019, a 18 anni, ho vinto il mio primo Challenger, chiuso l’anno tra i primi 100 e vinto le Next Gen Finals ATP. Tutto è successo molto in fretta. Ho sempre sognato di essere un campione del circuito Slam. È stata una sensazione bellissima ma non do mai nulla per scontato". A mettergli i bastoni tra le ruote il caso-Clostebol. Ma ora è acqua passata, "sento che sta tornando un nuovo me".