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Roland Garros, la valanga azzurra. Biasin: "Perché Sinner, Musetti e Berrettini non sono un bluff"

di Fabrizio Biasin domenica 6 giugno 2021

2' di lettura

Non eravamo più abituati, forse non lo siamo mai stati: l'Italia è una realtà del tennis mondiale e rischia di esserlo per tanti, tanti, tanti anni. Il motivo ha le fattezze di due (quasi) poppanti. Il primo si chiama Jannik Sinner e il secondo Lorenzo Musetti. E il primo ha 19 anni e 10 mesi e il secondo 19 anni e 3 mesi. E il primo gira stabilmente attorno ai primi 20 al mondo (unico under 20) e il secondo si sta avvicinando ad ampie falcate (aveva iniziato la stagione oltre il numero 100, ora è già nei 50). E il primo, al Roland Garros, ha spazzato via lo svedese Mikael Ymer 6-1 7-5 6-3, un tale che sì, è giovane, ma ha pur sempre tre anni in più dell'azzurro (qualche problema solo nel secondo set). E il secondo, all'esordio a Parigi e in uno Slam, ha battuto l'altro azzurro Marco Cecchinato in un match davvero bello e terminato al quinto set (nel terzo, tre punti straordinari di Lorenzo: 1) Racchetta dietro la schiena e volée. 2) Lungolinea spalle al campo. 3) Vincente sulla riga dopo un paio di salvataggi micidiali. Tre colpi che alcuni professionisti non eseguono in una carriera, lui li ha messi insieme in circa 10 minuti). E ancora: il primo, nei quarti in programma domani, affronterà nientepopodimeno che sua maestà Rafa Nadal (triplo 6-3 a Norrie), uno che lo ha battuto nei quarti ad ottobre proprio a Parigi (7-6 6-4 6-1) e da queste parti non perde praticamente mai (103 vittorie e solo 2 ko). E al secondo - sempre domani - tocca semplicemente il numero 1 del mondo, Nole Djokovic (6-1, 6-4, 6-1 a Berankis). Perderanno? Probabilissimo, ma essere arrivati fin qui sa già di vittoria. E dopo questa sbrodolata di miele voi direte «ma non staremo esagerando? Che poi magari fanno la fine di tante antiche promesse», ma basta guardarli per capire che no, non sarà così. Perché il primo sembra un robot e non si scompone neppure se gli fotti un break-point da sotto il naso (è successo ieri: il punto del 3-1 nel terzo set era suo, l'arbitro non si accorge di un doppio rimbalzo, lui sorride e torna a giocare), mentre il secondo dispone di una tecni ca individuale talmente elevata che è difficile anche solo stabilire quale sia il suo fiore all'occhiello. E il primo è di San Candido. E il secondo è di Carrara. E sarà clamoroso vederli uno contro l'altro ad altissimo livello, cosa che - avanti di questo passo - accadrà ben presto. E ora la smettiamo di scrivere "primo" e "secondo" perché c'è anche il terzo, Matteo Berrettini, che di anni ne ha 25, è in top ten da un bel po' (attualmente n° 9), ieri si è sbarazzato del coreano Soon -Woo Kwon e, così facendo, è diventato il 1° azzurro di sempre a raggiungere gli ottavi in tutti i tornei del grande slam. Troppa grazia. 

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