Il primo verdetto

Luis Suarez, l'esame farsa... non era una farsa: "Caso archiviato", perché la Juve se la cava così

La Procura Figc ha archiviato ufficialmente il procedimento relativo all'esame farsa sostenuto da Luis Suarez, attaccante dell'Atletico Madrid ed ex Barcellona. "La Procura Federale, su conforme parere della Procura Generale dello Sport, ha disposto nei giorni scorsi l’archiviazione allo stato degli atti del procedimento relativo all’indagine della Procura della Repubblica di Perugia sull’esame del calciatore Suarez volto ad ottenere la cittadinanza italiana, in attesa della trasmissione di eventuali ulteriori atti di indagine e/o processuali dalla competente Autorità Giudiziaria. Dalla documentazione ricevuta dalla Procura della Repubblica di Perugia, infatti, non sono emersi elementi sufficienti per ritenere provate condotte illecite rilevanti nell’ambito dell’ordinamento federale sportivo di dirigenti o comunque tesserati, unici soggetti sottoposti alla Giustizia Sportiva ai sensi del vigente C.G.S". Questo il comunicato ufficiale di via Allegri.

 

 

Una sentenza, nonostante le tante polemiche create dal caso, annunciata, visto che giovedì 9 dicembre da Zurigo il presidente federale Gabriele Gravina aveva fatto cenno all’archiviazione del procedimento. Il procedimento era nato dopo l’esame di italiano per ottenere la cittadinanza, presso l’Università per stranieri di Perugia chiesto dalla Juventus per l'attaccante sudamericano per ottenere lo status di comunitario. Esame che, secondo l'accusa, era stato truccato. La Juventus era stata coinvolta nella vicenda con il sospetto che avesse contribuito ad “aggiustare” il test per il calciatore.

 

La vicenda ora proseguirà solo nelle aule dei tribunali e per cui sono indagati attualmente l'ex rettrice Giuliana Grego Bolli, l'ex dg dell'Università Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e l'avvocato della Juventus Maria Cesarina Turco (il professore Lorenzo Rocca, esaminatore, ha patteggiato un anno). Per i primi tre l'accusa è quella di falso e rivelazione di segreti d'ufficio, mentre la dottoressa Turco nella ricostruzione degli inquirenti infatti viene indicata come "concorrente morale e istigatrice" del reato di falso.