Cerca
Cerca
+

Addio a Villiam Vecchi, il ricordo di Seba Rossi: "Quella volta a Modena..."

Lorenzo Pastuglia
  • a
  • a
  • a

Nelson Dida, Christian Abbiati, Marco Storari e non solo. Di portieri validi, Villiam Vecchi ne ha cresciuti tantissimi in 10 stagioni in rossonero. Una lista molto lunga. Lui, che da Scandiano, in piena Emilia, si trovo nelle giovanili del Diavolo, sbocciando all’ombra di Fabio Cudicini in quella squadra di fine Anni 60 e inizio 70. Debuttò subito Villiam, nel 1967, e da tutti è ricordato come ‘l’eroe di Salonicco’. Grazie a parate mostruose, infatti, garantì la Coppa delle Coppe 1972-73 al Diavolo, nella finale contro il Leeds. Competizione che vinse un’altra volta, oltre a un campionato (‘67-68), una Coppa Italia (’72-’73), una Coppa dei Campioni (’68-69) e una Intercontinentale (‘69). Poi il ruolo di preparatore dal 2001 al 2010 nella squadra della quale fu giocatore, in quello staff di Carlo Ancelotti, che sempre ha creduto in lui. ‘Carletto’ se lo portò dalla Juventus, dove da allenatore non venne mai apprezzato, prima di ritrovarlo a Madrid nella prima esperienza spagnola tra 2013 e 2015. Oggi, Vecchi è scomparso all’ospedale ‘Santa Maria’ Reggio Emilia all’età di 73 anni.

 

 

Il ricordo di Rossi e l’aneddoto su Vecchi
Chi è stato allenato da Vecchi, seppur per pochi mesi, fu Sebastiano Rossi, quello del record di imbattibilità in trasferta (825 minuti) fra 1993 e 1994, battuto solo da un altro big, Gigi Buffon (974’), con la Juve e nella stagione 2015-16. Proprio il cesenate, 58 anni, lo ha ricordato a Libero con poche, ma precise parole: “Villiam lo conobbi poco in campo, solo un paio di mesi, ma ho avuto l’occasione di vederlo più volte fuori, nella vita di tutti i giorni — ci dice ‘Seba’, che poi svela un aneddoto curioso — Lì l’ho conosciuto come persona e come uomo, eravamo seduti vicini a delle cerimonie di premiazione passate, ed essendo purtroppo dei fumatori ci guardavano negli occhi e capivamo che era il momento giusto per uscire a fumare una sigaretta”.

 

 

Quell’incontro speciale al Milan Club di Modena
Rossi ricorda Vecchi “solo come persona — aggiunge — Era uno solare, di poche parole, mai una di troppo ma ben distaccate l’una dall’altra. Si faceva sentire al momento giusto, anche quando si doveva arrabbiare, io per fortuna non ci riuscii mai. Aver scoperto della sua morte mi ha lasciato un dolore nel profondo, sono rimasto incredulo”. L’incontro più bello, infine, “è stato a Modena, all’inaugurazione di un mio Milan Club con premiazione inclusa — conclude Rossi — Ero ignaro del fatto che ci sarebbe stato anche lui, quando lo vidi entrare per me è stata una grande sorpresa, come ricevere un regalo bellissimo. Ci sedemmo vicini a quell’inaugurazione, e fu un momento indimenticabile. Ha cresciuto grandi portieri e colleghi, Nelson Dida e tanti altri, lo ricordo come una bandiera indelebile del mio Milan, contribuendo a tantissimi successi”.

Dai blog