Un'intera carriera

Domenico Berardi al Sassuolo fino al 2027: l'ultima bandiera del calcio italiano

Federico Strumolo

In un calcio in cui i valori di una volta sono sempre più rari, c'è ancora chi sceglie di diventare una bandiera. Il 28enne Domenico Berardi rinnova fino al 2027 il suo contratto con il Sassuolo, legandosi simbolicamente a vita con il club che lo ha cresciuto (guadagnerà 3 milioni di euro a stagione, per un aumento di circa un milione rispetto al vecchio accordo). Quando scadrà la nuova intesa, dopotutto, Mimmo avrà 33 anni e le possibilità di aspirare a un salto in una big saranno decisamente ridotte. Berardi ha scelto così: meglio essere grande a casa propria, piuttosto che uno dei tanti altrove.
Che poi, per il fantasista della Nazionale (6 reti in 24 presenze per lui in azzurro), Sassuolo non ha sempre significato casa. Lui, in realtà, nasce a Cariati, in provincia di Cosenza, e cresce tra Bocchigliero e Mirto Crosia. È in Calabria che Berardi inizia a dare i primi calci al pallone, fino ad attirare l'attenzione della Juventus, che per tanti anni lo corteggerà senza mai mettere realmente le mani su di lui. E come i fatti più speciali della vita, la storia tra Mimmo e il Sassuolo comincia per caso.
Con un viaggio verso Modena, per andare a trovare il fratello maggiore Francesco, studente fuori sede. Lì anche un provino per la Spal, in cui il sedicenne Berardi viene respinto, e tante ore con il pallone tra i piedi. Proprio durante una partita a calcetto con il fratello e i loro amici, finisce sotto gli occhi di Luciano Carlino, allenatore in seconda degli Allievi del Sassuolo. Con il club neroverde è amore a prima vista e passeranno appena un paio d'anni prima che l'allora tecnico Eusebio Di Francesco lo faccia debuttare in serie B (dopo due grandi stagioni nel settore giovanile e un'estate trascorsa in ritiro con la prima squadra).
Il resto è noto, una bellissima storia con ancora tante pagine da scrivere.

Quello cominciato settimana scorsa è il decimo campionato di serie A in neroverde per Domenico, dopo ben 101 gol in 272 presenze nella massima competizione italiana, con addirittura cinque campionati conclusi in doppia cifra di reti e il record di 17 centri (in 30 partite) nella stagione 2020/21.
Certo, in tanti criticheranno la scelta del calabrese. Tra chi lo accuserà di mancanza di coraggio, per non essere uscito dal nido, e chi rimpiangerà di non aver mai visto Berardi sperimentarsi nel calcio dei grandi. Come fatto da tanti dei suoi colleghi che hanno condiviso il campo con lui in questi anni, vedendo però il Sassuolo non come un punto di arrivo, ma un perfetto trampolino di lancio. Una tappa intermedia verso altri lidi, più prestigiosi, più ricchi e gloriosi. Da Matteo Politano, oggi al Napoli, a Manuel Locatelli, centrocampista della Juventus, fino a Gianluca Scamacca e Giacomo Raspadori, freschi di passaggio rispettivamente a West Ham e Napoli. Scelte diverse, non necessariamente più giuste o sbagliate. Insomma, Berardi può essere considerato l'ultimo dei romantici nel mondo del pallone. L'unica bandiera rimasta in un calcio che segue il denaro, prima dell'affetto verso i colori, neroverdi in questo caso. Lui è fatto così, per fortuna dei tifosi del Sassuolo.