La Roma vive un paradosso. Mourinho spiega che i tonfi come quello in Coppa Italia - 1-2 in casa contro la Cremonese che non ha mai vinto in campionato e nel bel mezzo di un tabellone privo di grandi - sono dovuti alla «rosa corta». Intanto però la rosa si accorcia sempre più, se non per la quantità dei calciatori di sicuro per la qualità. A volte la causa dei tagli è il mister vedi Karsdorp, che ora prova a rientrare nelle grazie del portoghese -, altre volte il mister ne patisce le conseguenze, vedi Zaniolo. È infatti il giocatore ad aver rotto con la Roma, non il contrario. E di sicuro non ha rotto con Mourinho, che lo ha sempre protetto. Ora il tecnico deve per forza di cose fare l'aziendalista e schierarsi al fianco della dirigenza che ha deciso di non farsi prendere in giro.
Se vuoi andare via, vai, ma porta l'offerta giusta. E se l'offerta giusta (del Bournemouth) arriva ma la rifiuti, salvo cambiare idea quando è troppo tardi, non è che poi chiedi scusa e siamo amici come prima. Lo sa la società e lo sanno i tifosi. La prima ha accolto con indifferenza la lettera di scuse di Zaniolo, i secondi invece l'hanno catalogata per quello che è: un autogol. E sui social lo fanno presente chiedendo che il giocatore passi sei mesi in tribuna prima di essere finalmente ceduto. In più, nella lettera l'azzurro non si è scusato con la Roma e i tifosi ma ha chiesto una tregua armata per giocare: «Il futuro è nelle nostre mani: io tendo la mia e mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma».