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Claudio Ranieri, "è la nuova onda". Mancini in Arabia, perché l'Italia deve tremare

“Il mio nome per la panchina della Nazionale circolato per il dopo Mancini? Non penso, perché sono sotto contratto con il Cagliari. E per me non è un problema”. Firmato Claudio Ranieri, che si racconta in una lunga intervista a Il Fatto Quotidiano. Il c.t. di Jesi, in uscita dall’Italia, potrebbe allenare l’Arabia Saudita per i prossimi tre anni: “Il calcio tende a seguire le onde, ora c’è quella saudita — il commento di Ranieri — Stanno facendo le cose in grande: l’arrivo di campioni come Ronaldo, Neymar, Mahrez e Benzema suscita interesse. Possono spendere e spandere. Il calcio italiano perde i pezzi migliori e fatica a comprare: l’indebitamento record ha travolto anche le big. I problemi sono iniziati diversi anni fa. Il Covid ha dato un’ulteriore spinta verso il basso. Io vedo però segnali di speranza: le nazionali giovanili hanno ottenuto risultati importanti”.

 

 

 

Ranieri: “Calcio italiano perde pezzi, ma le nazionali giovani hanno fatto vedere belle cose”

Per Ranieri, il calcio italiano “perde i pezzi migliori e fatica a comprare — prosegue il tecnico del Cagliari nel suo pensiero — l’indebitamento record ha travolto anche le big. I problemi sono iniziati diversi anni fa. Il Covid ha dato un’ulteriore spinta verso il basso. Io vedo però segnali di speranza: le nazionali giovanili hanno ottenuto risultati importanti”. Mentre, senza la possibilità Nazionale, l’ex allenatore della Roma si concentrerà sul Cagliari, dove spiccò il volo nel 1988: “Sono tornato qui nel 2022 e mi sembra il posto ideale per chiudere il cerchio — aggiunge — Qui sono stato trattato benissimo e ho una grande considerazione per i sardi. Sono rispettosi, educati, discreti. Ha fatto bene Riva a non abbandonare mai la Sardegna”. 

 

 

 

Ranieri: “Dopo il Cagliari, solo una Nazionale. E con la Grecia…”

Proprio Riva “è una splendida persona — dice ancora Ranieri a Il Fatto Quotidiano — Prima di tornare, abbiamo scambiato qualche messaggio. Ero titubante, avevo il timore di deludere Cagliari dopo il triennio della doppia promozione e della salvezza, ma lui m’incoraggiò. Ci sentiamo ogni tanto, non voglio disturbarlo. Dopo il Cagliari, è l’ora di dire addio al ruolo di allenatore di un club: “Con loro finisce qui, sono però disponibile a vivere un’appendice con una Nazionale — dice Ranieri — L’avventura con la Grecia fu una non avventura: nove allenamenti e quattro partite. Non ebbi neppure il tempo di conoscere i giocatori”.

 

Ranieri: “Moggi? Mai legato a nessuno, mi sono affidato al lavoro”

Un pensiero, Ranieri l’ha dedicata anche alla Juve, che quest’anno non parteciperà alle coppe europee per violazione del Fair Play Finanziario: “Sono stati commessi errori, in qualcosa si è andato oltre — commenta ancora a Il Fatto Quotidiano — L’unico vantaggio per la Juventus è che potrà concentrarsi sul campionato. Non ho mai fatto parte del circuito di Luciano Moggi? Non mi sono mai legato a nessun carro. Mi sono affidato al lavoro. Mi è andata bene. Mi considero fortunato”. Il tecnico del Cagliari è stato anche uno dei primi ad andare all’estero: “Una scelta azzeccata. Ho allargato gli orizzonti. Non lo avessi fatto, non ci sarebbe stata l’impresa di Leicester”. E ha allenato un migliaio di giocatori: “E non so quali siano i migliori o i peggiori — conclude — Con tutti ho cercato di stabilire un contatto umano. Ecco perché, quando sento parlare di algoritmi, avverto: le statistiche vanno bene fino a un certo punto, ma nessuna potrà mai misurare il capitale umano”.