Pesantissimo

Luciano Spalletti, bomba sull'Italia: "Farli fuori subito", i giocatori da cacciare

Parte male la parabola di Luciano Spalletti sulla panchina dell'Italia: solo un pareggio per 1-1 contro la Macedonia del Nord e, ora, l'obbligo di vincerle tutte per non rischiare altri disastrosi flop azzurri. Una partita, quella della Nazionale, che non ha convinto. Decisivo per il pari subito l'errore di Gigio Donnarumma. Ora, se martedì non si vince contro l'Ucraina a San Siro, sarà difficilissima.

Nervi in ghiaccio, dunque. E in soccorso di Spalletti ecco scendere in campo Arrigo Sacchi, che dice la sua sulla Gazzetta dello Sport: "Ma Spalletti non ha nessuna colpa per questo pareggio, la realtà è che l'Italia, ancora una volta, è riuscita a far diventare grande la Macedonia del Nord. Questo non è ammissibile", premette sgravando il Ct da ogni responsabilità.

Poi passa all'analisi della partita: "Gli attaccanti non si sono mossi bene, i centrocampisti idem - premette senza fare sconti -. E i difensori, in fase d'impostazione, hanno toccato troppe volte il pallone per poi fare un passaggino di tre metri. Inoltre: troppi lanci e mancanza di filtro in mezzo come testimoniano i 4 o 5 contropiede subiti. Serviva coordinamento. Non c’era un'idea di gioco, uno stile. Il problema è che far funzionare i meccanismi alla perfezione richiede parecchio tempo. E in Nazionale, detto da uno che ci è passato, di tempo non ce n'è", ricorda Arrigo Sacchi.

 

Ma a far discutere è il consiglio dell'ex tecnico, 77 anni. Un consiglio rivolto proprio a Spalletti: far fuori, subito, i giocatori che non servono alla causa, alcuni dei quali sono scesi in campo sabato contro la Macedonia del Nord. "Luciano è un ottimo allenatore, ma non è un mago. Non gli si possono chiedere i miracoli - premette ancora l'ex Ct della Nazionale -. Un consiglio, però, mi sento di darglielo: lui ha preso una squadra che evidentemente non era all'altezza del compito. Probabilmente non conosceva tutti i giocatori dal punto di vista caratteriale. È necessario scegliere elementi affidabili per creare un collettivo come ha fatto a Napoli".

"Un Ct - riprende - non ha tempo per cambiare la mentalità dei giocatori, deve puntare su uomini che siano disponibili e che interpretino al meglio le sue idee", picchia durissimo Sacchi. "Preferisco non fare nomi. Dico soltanto che Spalletti non ha il tempo né la possibilità di modificare la testa di un giocatore che non è abituato a fare certe cose. Quindi è necessario che abbia ragazzi affidabili, intelligenti, disponibili, con elevate motivazioni e un forte spirito di squadra. Altrimenti, per un allenatore di nazionale, è come andare al suicidio e non credo che Spalletti abbia quest'intenzione", conclude Arrigo Sacchi. E chi ha orecchie per intendere, intenda.