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Inter, è scattata l'operazione fuga: il retroscena su Inzaghi

di Claudio Savelli domenica 17 dicembre 2023

3' di lettura

Se c’è una cosa che l’Inter ha dimostrato di saper fare quest’anno è imparare dagli errori del passato. Quindi avrà sicuramente riguardato le ultime due trasferte all’Olimpico contro la Lazio di Sarri, perse entrambe per 3-1, per evitare di ripeterle (20.45, diretta Dazn). In palio c’è la prima possibile fuga della stagione che consentirebbe di respirare e conservarsi un po’, visto che il duello di nervi con la Juventus è logorante. Anche se impantanata a metà classifica, la Lazio va annoverata tra le grandi e va considerato che in casa è ancora una signora squadra: all’Olimpico ha infatti perso solo una volta a inizio stagione (contro il Genoa) e poi mai più (5 ko lontano da Roma). Si diceva degli errori del passato. Ecco, quello di Inzaghi contro la Lazio nelle ultime due stagioni è nato da un eccesso di conoscenza dei biancocelesti. La presenza di Milinkovic-Savic convinse il mister nerazzurro a schierare Gagliardini ben tre volte su quattro.

Magari l’italiano conteneva fisicamente il serbo, ex pupillo di Inzaghi in biancoceleste, ma abbassava il tasso tecnico dell’Inter fino a renderne prevedibile la manovra. Ci sono buone notizie per il tecnico della capolista: la Lazio non ha più Milinkovic-Savic, finito in Arabia Saudita in estate, e l’Inter non ha più Gagliardini, lasciato a scadenza e ingaggiato dal Monza.

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GERARCHIA RIBALTATA
Quando l’Inter si è adattata alla Lazio, ha perso. L’impressione è che non abbia più intenzione di farlo. La differenza di punti dello scorso anno, quindi la gerarchia, si è più che ribaltata (i nerazzurri ora vantano 17 lunghezze di vantaggio, dopo aver chiuso l’ultimo campionato con due di ritardo) e alla consapevolezza della capolista compensa una certa indecisione della squadra di Sarri, finita ko già sei volte in campionato. Se l’Inter ha affinato la sua identità in questi mesi, la Lazio l’ha parzialmente persa.


L’impegno in Champions non può essere una scusa, se è vero che la stanno giocando entrambe (con successo, passando agli ottavi come seconde) e che Inzaghi ha molti più problemi di Sarri: recupera sì Pavard, ma oltre a De Vrij e Dumfries, ancora assenti, ha perso Cuadrado (si opera) e Sanchez (affaticamento), mentre il collega deve fare a meno di Romagnoli e Isaksen ma ritrova Patric e Rovella. La marcia dell’Inter contro le grandi, finora impeccabile, dimostra che le fatiche di Champions pagano sul lungo periodo. Zero sconfitte, un pareggio in casa della Juventus e vittorie nette contro Fiorentina, Milan, Roma, Atalanta e Napoli. Sono 16 punti su 18 disponibili, 16 reti segnate, 2,6 in media a gara, e solo 3 subite. Manca la Lazio per chiudere il lotto delle sette grandi e tirare le somme di metà stagione, ma il cambio è già evidente. Nel girone di andata della passata stagione, contro le stesse squadre, l’Inter rimediò ben quattro ko (Lazio, Milan, Roma, Juventus), battendo Napoli, Atalanta e Fiorentina di una sola rete. Tutta un’altra storia.

Se non viene sconfitta dalla Lazio, la squadra nerazzurra chiuderà il girone d’andata senza aver perso neanche uno scontro diretto. Non succede dalla stagione 2017/18. C’era Spalletti in panchina che poi crollò dal primo al quarto posto dopo le sconfitte invernali con Udinese e Sassuolo, esattamente la cosa che si augura di non vivere Inzaghi. Quella Inter fu la genesi di questa, il primo passo del ritorno ai massimi livelli. Livelli a cui Sarri e Inzaghi sono da tempo. Solo Conte, Allegri e Ancelotti vantano una media punti più alta in serie A tra gli allenatori con almeno 150 panchine: 1,93 per l’attuale tecnico della Lazio, 1,92 per quello dell’Inter. Il passo generale è praticamente identico, quello incrociato pende dalla parte di Sarri, 6 vittorie (tra Napoli, Juventus e Lazio) a quattro, con un solo pareggio. La situazione emotiva, però, è opposta rispetto a un anno fa: se Sarri deve scendere dall’altalena stagionale, Inzaghi può compiere il definitivo salto contro due dei suoi tabù riuniti (Sarri e la Lazio, appunto), abbozzando intanto la prima fuga stagionale. Dopo mesi passati a controsorpassare la Juventus, il primo distacco, seppur minimo, sarebbe un meritato regalo di Natale, periodo in cui quest’anno non ci si fermerà. 

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