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Vlahovic schianta l'Atalanta, la Coppa Italia è della Juve: l'ultima firma di mister Allegri?

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Il miglior modo per dirsi addio. Max Allegri si conferma un vincente regalando alla Signora la 15ma Coppa Italia della sua storia, la quinta personale per issarsi in solitaria come il tecnico con più trofei nazionali in bacheca (distanziati Mancini e Eriksson). Contro un'Atalanta affamata di gloria doveva essere la notte della sua Juve per dimenticare una stagione incolore in campionato nonostante il pass ottenuto in Champions. E l'allenatore toscano non ha fallito anche il secondo obiettivo stagionale piegando la Dea delle meraviglie, stordita dalla forza fisica e mentale e la compattezza dei bianconeri mai così convincenti come in questa notte dell'Olimpico , abili nel custodire al meglio la rete firmata da Vlahovic dopo appena 4'. Gasperini si conferma al contrario un perdente di successo mancando ancora una volta la conquista di un trofeo personale e incamerando la sua terza finale persa in questa competizione. Può riscattarsi ampiamente con la finale di Europa League di mercoledì prossimo contro il Bayer Leverkusen ma questa sconfitta rischia di lasciare un segno profondo, ridimensioanndo le certezze di una Dea che si era presentata con il vento a favore del pronostico.

Nella Juve torna dal 1' Danilo, a centrocampo Nicolussi Caviglia prende il posto dello squalificato Locatelli, parte titolare Iling-Junior e coppia d'attacco Vlahovic-Chiesa. Nell'Atalanta squalificato Scamacca, gioca Lookman, con De Roon tra i tre di difesa. Dentro Koopmeneirs e De Ketelaere. La Signora parte più decisa e dopo appena 4' fa centro con Vlahovic che sfrutta tutta la sua potenza e velocità: palla da Bremer in difesa a McKennie che gira a sinistra per Cambiaso, abile nel trovare Vlahovic alle spalle di Hien, il serbo, tenuto in gioco da Djimsiti, davanti a Carnesecchi è chirurgico e fa centro.

La Dea è stordita soprattutto dalla velocità nei fraseggi dei bianconeri a centrocampo e rischia di subire subito il raddoppio con Gatti con un colpo di testa sopra la traversa. Chiesa gioca sempre molto alto per tenere la linea difensiva dei bergamaschi arretrata, scelta che facilita la Juve nel gioco a centrocampo. Con il passare dei minuti la Dea si lascia preferire come possesso palla, ma varchi in zona offensiva non ne trova. Nella squadra di Gasp si sente l'assenza di Scamacca, il suo gioco di sponda e di inserimento tra le linee. Di conseguenza la Dea fatica a costruire azioni pericolose e a guadagnare metri. Mancano ai nerazzurri i tempi nell'attaccare lo spazio, merito di una Juve nella sua versione migliore, che gioca dal basso, corre molto e si difende con ordine. Al 26 Lookman ci prova con una conclusione da fuori area largamente fuori bersaglio, poi è Pasalic a calciare dal cuore dell'area con il destro ma c'è la di Gatti. Ci prova sul finire della prima frazione anche De Ketelaere, mai entrato in partita, in con una conclusione di sinistro dal limite e pallone che si spegne sul fondo. Il match si è messo come voleva Allegri, e nella fase di contenimento. E' una Dea che non riesce a trovare soluzioni nitide, molto lontana da quella stellare che si è esibita contro la Roma.

Nella ripresa Gasperini lascia in panchina De Ketelaere e fa entrare il gioiello Tourè e subito è una Dea diversa, quantomeno più dinamica e aggressiva. La Signora si blinda provando a giocare in contropiede: al 53' viene lanciato in velocitò Vlahovic che viene sbilanciato vistosamente in area da Hien. La spinta appare evidente ma l'arbitro non ravvisa gli estremi per il penalty. Anche il VAR dà l'ok, ma resta il dubbio per il contatto ginocchio contro ginocchio..l match si incattivisce. Dopo un colpo di testa su suggerimento da destra di Djimsiti, con pallone che termina sul fondo, si accende una rissa, perché l'azione dell'Atalanta è andata avanti nonostante Iling fosse a terra. Gasp vuole uscire dalla trappola bianconera e dopo un'ora di gioco butta dentro in un colpo solo Scalvini, Hateboer e Miranchuk al posto di Hien, Zappacosta e Pasalic. La Juve resta solida ed equilibrata, manovra sempre allo stesso modo, contiene e si allunga per le velenose fughe in velocità di Chiesa e Vlahovic. Cambiaso con uno splendido cross porta il serbo a firmare il bis al 73' con una spizzata di testa ma dopo il consulto del Var l'arbitro annulla per fuorigioco. La Dea, che ha messo dentro anche Toloi al posto dell'infortunato De Roon, resta dunque ancora in vita per provare gli ultimi assalti. Al 79' Lookman colpisce il palo esterno facendo corree un brivido ai bianconeri. Allegri corre ai ripari, fa uscire Vahovic per Milik e mette dentro Weah per Cambiaso. C'è da parte della Signora da custodire il minimo vantaggio provando a non correre rischi, la Dea insiste ma è la Juve stavolta a sfiorare all'82' la rete con Miretti che colpisce in pieno la traversa dopo un'azione insistita. Il finale è una bolgia, per una serie di falli al limite del cartellino. Allegri si sbraccia, si toglie la giacca e anche la cravatta gridando tutta la sua rabbia e tensione contro la tribuna "Dov'è Rocchi?". Finendo per essere espulso nei minuti di recupero, Un cartellino rosso mai così dolce per un tecnico quantomai vincente.

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