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Juventus, il retroscena: perché la Coppa Italia condanna Massimiliano Allegri

di Claudio Savelli venerdì 17 maggio 2024

2' di lettura

Il re è nudo. E per re si intende Allegri che va a vincere la sua quinta Coppa Italia personale, record per un allenatore, nonché il trofeo con cui probabilmente saluterà la Juventus perché se una dirigenza cambia idea in base all’esito di una finale, non è una dirigenza seria. Il re è nudo perché tutto ciò che ha raccontato prima della serata dell’Olimpico era una bugia.


Non è vero che la Juventus è scarsa. Non è vero che è immatura. Non è vero che non sa mantenere la concentrazione. Non è vero che il terzo o quarto posto in campionato è un miracolo. La Juventus gioca una finale e, improvvisamente, diventa una squadra seria e motivata. Senza un gioco ambizioso, senza idee su come costruire azioni d’attacco, sperando solo negli errori dell’Atalanta, certo, ma giocando da squadra. La Juventus è intensa, concentrata, lucida. Il suo bunker regge, la Dea più in forma della stagione fatica a trovare spazi. A livello di attenzione difensiva e spirito di abnegazione, è una prestazione clamorosa quella dei bianconeri. Anche se tesa ad annullare gli altri piuttosto che ad auto-esaltarsi, è di livello assoluto.

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Il paradosso è che Allegri, facendo l’Allegri - perché anche il gol rapido e poi la difesa a oltranza è cosa della sua vecchia Juventus, quella in cui inseriva Barzagli nel finale per difendere perché non aveva attaccanti per offendere - viene così smascherato definitivamente. Va ripetendo da mesi che a questa squadra non si poteva chiedere di più ma la finale dimostra l’esatto contrario. È lui che non ha ottenuto nulla di meglio.

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Nella Juventus c’è del potenziale inespresso, ci sono caratteristiche non utilizzate, ci sono calciatori poco motivati. Trovare queste risorse è compito dell’allenatore e di nessun altro. Quanti giocatori bianconeri si esprimono oltre il potenziale? Nessuno. Sono tutti pari o al di sotto. Si prenda Vlahovic: queste cose, queste reti, le faceva alla Fiorentina e le fa ora, ma per il resto non è migliorato abbastanza o non è migliorato affatto. Quanti nell’Atalanta vanno oltre le reali capacità? Tanti. Stando alla serata storta dell’Olimpico, perfino troppi. Morale: Gasperini non aggiunge trofei ma arricchisce l’Atalanta, Allegri torna ad arredare la bacheca ma ha impoverito la Juventus.

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