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Imane Khleif in finale per l'oro? La strana profezia delle scommesse: chi vince...

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«Ora le critiche mi passano sopra la testa, non ci faccio più caso perché penso solo al match per il quale sono qui fin dall’inizio: desidero tantissimo quell’oro. Voglio offrire la vittoria al popolo algerino e a tutto il mondo arabo, che mi sostiene. Quell’oro sarebbe anche la migliore risposta a certe cose che ho sentito». Così parlò Imane Khelif, la pugile algerina al centro del “caso cromosomi” (maschili) grazie al quale è rapidamente divenuta idolo dei progressisti di casa nostra, quelli per i quali la necessità di combattere alle Olimpiadi secondo regole rispettose al 100% dei generi sessuali deve sottostare all’ideologia dell’inclusività e alla liquidità del gender.


Stasera Khelif (ore 22.51), 25 anni, torna sul ring per contendere la medaglia più preziosa (cat. 66 kg) a Liu Yang, cinese che avrebbe dovuto già affrontare nella finale del Mondiale Iba 2023: match saltato per la squalifica comminatale dall’Iba per la presenza di «cromosomi maschili XY» (a confermare i test svolti dopo il Mondiale del 2022) e dalla quale è originato il caos a cinque cerchi. Secondo i teorici del complotto, dietro ci sarebbe anche una campagna di odio social orchestrata da Oumayma Belahbib, pugile marocchina avversaria di categoria di Khelif (ma non qualificata a Parigi). Accuse che si sono trasformate in «molestie informatiche», «insulti», «minacce di morte» e «diffamazione», tanto che Belhabib ha fatto denuncia alla gendarmerie (lo riporta Le Parisien).
Se qualcuno ha intenzione di scommettere, le quote a favore di Khelif sono davvero poco invitandi: dall’1.10 all’1.17, come a dire che il pronostico è scontato e non stupisce, vista la superiorità più che altro fisica mostrata nel torneo olimpico dall’algerina. E cambiano di pochi centesimi le quote che domani sera danno per comoda vincitrice Lin Yu Ting (con la polacca Julia Szeremeta, cat. 57 kg), la pugile taiwanese che secondo l’Iba è risultata avere cromosomi maschili ai test effettuati nel 2022 e 2023. Proprio come Khelif. Lin si presenterà sul ring dopo una semifinale condita da varie polemiche, come il “punch rabbit” (“colpo del coniglio”, di fatto alla nuca) rifilato alla turca Yldiz che ha scatenato i buu del pubblico (mossa solitamente sanzionata per la sua potenziale pericolosità) e per il verdetto di vittoria accolto polemicamente dalla stessa Yildiz, che ha nuovamente mimato la “X” riferita ai geni maschili (l’aveva fatto anche l’ungherese Hamori, battuta da Lin).


Taiwan ha annunciato una denuncia all’Iba, la federbox mondiale per le accuse alla Lin, che in una intervista alla tv CNA English News (registrata prima dell’inizio delle Olimpiadi ma trasmessa solo dopo lo scoppio delle polemiche) si sfoga: «A volte quando vado in bagno mi chiedono: “È quello giusto?” E io devo rispondere che sono una donna». Precisando che «Abbiamo già dimostrato che i test dell’Iba sono falsi». Tuttavia, sia l’Algeria sia Taiwan hanno diffidato la stessa Iba di pubblicare i risultati medici. Intanto Caster Semenya, 33 anni, sudafricana due volte oro olimpico e tre mondiale negli 800 metri, ma fermata per il suo livello eccessivo di testosterone, annuncia che si candiderà alla presidenza della World Athletics, la federazione mondiale di atletica, alle elezioni del 2027.

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