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Conclave Inter: cosa può accadere in pochissimi giorni

di Claudio Savelli venerdì 25 aprile 2025

3' di lettura

L’Inter non aveva la rosa per fare il triplete e non ha mai davvero pensato di averla, anche se ha ripetuto durante l’annodi volerci provare. Dunque ha peccato di hybris? No e il motivo è che, anche in caso di secondo posto in campionato e uscita di scena in Champions League, si porterà a casa qualcosa: l’aura di un top club. Aura che è composta da tre cose: 1) immagine internazionale, e l’Inter nei salotti di commenti all’estero è particolarmente apprezzata; 2) capacità di essere competitivi su un lungo periodo e in ogni competizione; 3) conti in ordine, motivo per cui si è presa molto seriamente la prima e più ricca edizione della nuova Champions League. Sono tre cose che ti permettono di attrarre giocatori di spessore e sponsor, quindi di alzare il livello competitivo in campo parallelamente al fatturato. Di crescere in modo organico, in sostanza.

ALZARE IL LIVELLO
È difficile dire e sentirsi dire una cosa del genere, infatti i dirigenti e leader nerazzurri non la dicono, ma fa parte del momento storico di questo club e del calcio in generale: ci sono stagioni che servono ad alzare il livello, l’Inter era di fronte a una di queste e ha deciso di coglierla anche senza tutti i mezzi per farlo. Ecco perché non si dispererà in caso di “zero titoli”. Non ne sarebbe felice, certo, ma non si sentirebbe sconfitta. Nessun dirigente o componente dello staff nerazzurro ha mai detto di aver costruito una corazzata, lo hanno lasciato dire ad altri e hanno accettato questa narrazione distorta. Tutti nell’Inter erano perfettamente consapevoli di avere una rosa ben costruita e ben allenata, ma imperfetta. Sapevano che sarebbero serviti un difensore, un esterno destro, un regista e un attaccante al livello dei titolari, ma non si potevano fare la scorsa estate. Si potranno fare nella prossima anche per come è andata questa stagione, anche per essere arrivati ad aprile in corsa su tutti i fronti.

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Per diverse ragioni convergenti era infatti l’anno giusto per provare qualcosa che andava oltre le reali possibilità (anche un’eventuale doppietta Champions-scudetto sarebbe oltre). La prima di queste ragioni era un gruppo squadra in buona parte logoro, vedi Acerbi e Mkhitaryan, ma anche Darmian, De Vrij, Correa e Arnautovic a scadenza che lasceranno ampi spazi di manovra sul mercato a fine anno. La seconda ragione è che certi meccanismi ormai rodati del gioco di Inzaghi con questi giocatori andavano sfruttati un’ultima volta prima dell’inserimento di nuovi interpreti. La terza è il 20° scudetto raggiunto l’anno scorso, così significativo da aver lasciato qualche scoria, soprattutto a inizio stagione. La società lo ha capito e, per tenere tutti sull’attenti, ha chiesto di essere competitivi ovunque, ammiccando in particolare alla Champions in modo da stuzzicare i giocatori reduci dall’inebriante seconda stella. Infine, quarta ragione, è stata l’annata di ingresso del nuovo azionista Oaktree le cui linee guida, come accade in tutte le aziende del mondo, entrano in azione l’anno seguente. Anche per questo è stato condotto un non-mercato, al netto del fatto che la ventina di milioni spesi per i cartellini di Martinez e Palacios poteva essere dirottata su un solo giocatore.
 

QUANTI ACCIACCHI
C’era la consapevolezza che, per una stagione perfetta, doveva andare tutto liscio. Non è stato così per nessun top club, complice una Champions che nessuno aveva mai giocato e il pensiero del Mondiale per Club subito dopo. Gli infortuni si sono susseguiti ma né Inzaghi né il gruppo li hanno mai citati come alibi. Anche questo è un atteggiamento che in futuro pagherà qualche dividendo. Ora ne restano cinque di campionato e due o tre di Champions, il turnover è sospeso e verrà schierato di volta in volta il miglior undici. Contro la Roma, domenica, Frattesi e Carlos Augusto sostituiranno gli squalificati Bastoni e Mkhitaryan, Dumfries e Zielinski tornano per la panchina mentre Thuram si prova a recuperarlo (dall’inizio) per Barcellona. Non il massimo della vita ma di certo la situazione più rosea dell’ultimo mese. E mentre alcuni tifosi gridano allo scandalo, l’Inter prova a farsela bastare.

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