"Sembra strano, ma da ragazzina frequentavo i centri sociali". A dirlo è Valentina Baldini, art advisor, nonché moglie di Andrea Pirlo. I due si sono conosciuti quando "ero già una donna, non una ragazza con un cammino alle spalle. Questo ha fatto la differenza. Ho sempre tenuto molto alla mia identità, alla mia autonomia. Lui ha sempre rispettato e condiviso questo mio spazio".
Raggiunta dal Corriere della Sera, Baldini ha raccontato di essersi approcciata al mondo dell'arte prestissimo: "Frequentavo il liceo linguistico a Rivoli e quando “tagliavo” (allora si diceva così), andavo al Castello di Rivoli. Ricordo ancora la prima mostra vista in autonomia: Keith Haring. Avevo 15 anni, magnifica. Poi alla maturità mi salvò Munch, non L’Urlo, ma un’opera meno nota, La Pubertà, fuori dal programma. Quella ragazza dipinta rappresentava tutti i miei dubbi. E da lì in avanti l’arte non mi ha più lasciata".
Ma con gli anni Baldini ha deciso di inventare qualcosa di nuovo: le "cene informali". "È nato tutto da una domanda: cosa mi emozionerebbe fare, davvero? Ho pensato alle tante persone cui ho sempre dato consigli su cosa comprare, su quale artista seguire. Ho deciso di invitarle a casa mia. Una sera ogni due, tre mesi apro le porte del mio salotto, invito un artista, espongo le sue opere e le racconto. Le ho chiamate 'cene informali'".
E per l'occasione "scelgo ogni dettaglio: il catering, l’allestimento, a volte perfino un piccolo show. Una volta ho invitato Mattia Villardita, il 'vero' Spiderman, che porta gioia nei reparti pediatrici. Mi piace mescolare le cose: il serio e il leggero, il pensiero e il gioco". Ma non solo. Nella sua vita c'è un'altra grande passione: "La mia passione per la psiche è rimasta intatta. Io sono proprio malata di crime. Andrea all’inizio rideva, diceva: 'Ma mi devo preoccupare?'. Poi ha capito che il mio è amore per l’analisi, per il dettaglio, per il perché delle cose".