Jannik Sinner va avanti agli Internazionali d’Italia di tennis. Ieri il numero uno del mondo ha battuto il terraiolo Cerundulo in due set, ma ha anche superato un problema al piede dovuto alle vesciche che ha richiesto l’intervento sanitario. "È stato indispensabile probabilmente perché il dolore delle vesciche stava diventando insopportabile, quindi la medicazione praticata è stata finalizzata a proteggere la sede interessata dalla lesione per evitare ulteriori attriti e ridurre la sintomatologia per permettergli di terminare la partita. Si tratta assolutamente di una pratica molto comune, considerando anche la frequenza di questo tipo di problematiche".
Lo spiega all’Adnkronos Salute il medico fisiatra Andrea Bernetti, segretario generale della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa). L’intervento del fisioterapista sul piede destro di Sinner si è concentrato sulla fasciatura e l’utilizzo di una crema. Proprio quest’ultima sui social è stata oggetto di alcuni commenti che alludevano al ’caso Clostebol’ che è costato a Sinner i tre mesi di stop della Wada, l’agenzia mondiale antidoping. Ma che tipo di pomata è stata usata per le vesciche al piede di Sinner? "Le creme utilizzate sono generalmente antifrizione, come ad esempio quelle a base di pantenolo, una sostanza naturale che si trova in molti alimenti e nel corpo umano, usata per i suoi benefici per la pelle", risponde Bernetti. "E naturalmente - precisa - non è una sostanza dopante né dannosa, infatti viene anche utilizzata nei neonati per prevenire le irritazioni da pannolino. Probabilmente Sinner ha accusato questo fastidio perché erano mesi che non era abituato a giocare dei match consecutivi come quelli dei tornei di tennis e quindi la cute dei piedi era meno abituata a questo tipo di sollecitazioni", osserva il medico fisiatra.
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Secondo il medico fisitatra, "alcune tipologie di sport, come ad esempio il tennis, possono sollecitare i tessuti cutanei del piede e causare diversi disturbi come ad esempio: vesciche da frizione, causate da attrito ripetuto sulla calzatura, tipicamente in regione retro-calcaneare; callosità ovvero ispessimenti della cute dovuti a frizione ripetuta; ’talon noir’ (o tallone nero) che è causato da microtraumi nei vasi sanguigni del tallone, tipico di chi pratica sport di salto o comunque in atleti o persone che svolgono attività che comportano pressioni ripetute sul tallone; ’tennis toè (o alluce del tennista), l’ematoma subungueale causato da ripetuti traumi del primo dito del piede contro la scarpa; ’tinea pedis’ (piede d’atleta), una infezione fungina comune favorita dall’umidità dovuta al sudore".
Cosa fare? "Per evitare queste problematiche, anche molto fastidiose durante l’attività sportiva - suggerisce Bernetti - si devono attuare misure di prevenzione, finalizzate ad un’appropriata igiene e all’utilizzo di una corretta calzatura. La scelta della calzatura sportiva, infatti, è cruciale per la salute del piede e per prevenire infortuni. Le scarpe non devono essere né troppo strette né troppo larghe per evitare sfregamenti, compressioni o movimenti eccessivi del piede". Il materiale delle scarpe da tennis "deve essere traspirante per ridurre l’umidità e prevenire il piede d’atleta. Inoltre sono cruciali elementi come l’ammortizzazione e il supporto al fine di ridurre la pressione su talloni e metatarsi, questo - chiarisce l’esperto - anche in considerazione non solo delle problematiche cutanee, ma anche per le patologie muscolo-scheletriche: fasciti plantari, tendinopatie, metatarsalgie. In alcuni casi possono essere indicate delle ortesi plantari specifiche".
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