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Marcell Jacobs spiato, colpo di scena davanti ai pm: la scelta di Filippo Tortu

martedì 20 maggio 2025

2' di lettura

Nuovi e sempre più clamorosi dall'inchiesta sullo scandalo dossieraggio ai danni di Marcell Jacobs. Si è avvalso della facoltà di non testimoniare Filippo Tortu, velocista e oro a Tokyo 2020 nella 4x100 insieme al campione azzurro, convocato in Procura come testimone. Non è l'atleta a essere indagato bensì suo fratello Giacomo Tortu, accusato di aver chiesto di spiare Jacobs al fine di trovare materiale compromettente (mai trovato) anche riguardo alle insinuazioni sul doping che lo accompagnano dalla impresa olimpica di 3 anni e mezzo fa e poterlo così screditare, favorendo indirettamente Filippo.

Si tratta di una tranche dell'inchiesta milanese sulla vicenda Equalize e delle presunte cyber-spie, e questo filone ha risvolti sportivi clamorosi per tutta l'atletica italiana, scossa fin dalle fondamenta. Filippo Tortu è sempre stato considerato estraneo alla macchinazione di cui è accusato il fratello, ma ovviamente i rapporti con Jacobs, altra colonna della velocità azzurra, sono ora più gelidi che mai. Come detto, il 26enne milanese di origini sarde si è avvalso della facoltà di "astensione", prevista per legge anche per i testimoni congiunti degli indagati, che possono non rispondere. 

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Suo fratello è indagato per concorso in intercettazioni abusive, perché avrebbe commissionato al gruppo dell'agenzia di investigazione e, in particolare, a Carmine Gallo, l'ex superpoliziotto morto lo scorso marzo, di acquisire informazioni riferibili al 2020 e al 2021, su esiti di analisi del sangue di Jacobs e su contenuti di telefonate e chat tra lui e il suo staff, tra cui pure l'allenatore e il nutrizionista. Si sarebbero attivati per questa operazione, secondo le indagini, due degli indagati nel caso Equalize, Lorenzo Di Iulio e l'hacker esperto Gabriele Pegoraro.

Gallo aveva riferito ai pm che il presunto mandante sarebbe stato il fratello dell'atleta. "Lui era venuto, dice 'mio fratello non sa nulla, mi raccomando, se viene fuori mio fratello non sa nulla'", aveva messo a verbale Gallo. "Allora, il report di Jacobs me l'ha chiesto il fratello", aveva iniziato a spiegare Gallo, rispondendo ai pm lo scorso dicembre. "Mi dice che loro hanno un sospetto, loro, tutto il gruppo loro delle Fiamme Gialle, hanno un sospetto che Jacobs si sia sottoposto a doping", è andato avanti Gallo. E ancora: "Perché dice 'è impossibile che abbia fatto sta performance', dice 'è impossibile (...) questo qua, da che correva 10"10, 9"80 improvvisamente' dice 'è impossibile, sicuramente si dopa'".

Giacomo Tortu avrebbe chiesto, secondo Gallo: "Cosa dobbiamo fare? Come possiamo fare per vedere i certificati?". Gallo gli avrebbe risposto, sempre stando al verbale, "non possiamo fare nulla", ma "lui insisteva a tutti i costi". Dagli atti era emerso che l'operazione di presunto spionaggio non sarebbe nemmeno andata a buon fine, perché Pegoraro aveva consegnato alla fine una chiavetta vuota.

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