Il giorno dopo è quello della presa di coscienza. L’Inter si è resa conto che questo secondo posto è una sconfitta. L’Inter si sentiva più forte del Napoli e si è resa conto che è stata proprio questa idea a fregarla. «L’abbiamo perso noi, più che vinto loro», il pensiero che si è fatto largo nel gruppo. Nel capitano, Lautaro Martinez, era emerso un attimo prima, già durante il secondo tempo dell’ultima partita. E questo certifica due cose buone per l’Inter in vista di Monaco: la prima è quanto Lautaro, ormai pronto a tornare a pieno regime, sia profondamente capitano dell’Inter; la seconda è quanto profondamente Lautaro desideri vincere trofei.
Il confronto con la porzione di tifosi in trasferta a Como è servito a rimarcare questo concetto: la sconfitta in campionato è accettata ma dovrà portare a una reazione in Champions, anche perché in parte è stata causata proprio dall’impegno profuso in Europa che ora va valorizzato. I giocatori l’hanno recepita e gli occhi hanno subito cambiato espressione: la tristezza si è trasformata in rabbia. Quella sensazione di fastidio può diventare la più grande leva emotiva perla finale. L’Inter è un gruppo maturo, formato in larga parte da calciatori consapevoli di essere al penultimo, se non all’ultimo, giro di giostra. Sanno di non doversi farsi perdonare la sconfitta in campionato dai tifosi ma da loro stessi. È con il rimpianto personale, intimo, profondo che devono fare i conti.
Anche Simone Inzaghi sente questa sensazione fortissima dentro di sé. Conosce i motivi dello scudetto mancato ma non ne ha mai fatto un alibi. Come è nel suo stile, vuole che sia il campo a parlare. Non a caso le sue parole ultimamente sono state centellinate. L’assenza per l’ultima di campionato è stata una coincidenza dovuta alla squalifica, ma ben volentieri Inzaghi ha lasciato anche il pre e il post partita a Farris. E nei giorni precedenti non aveva tenuto la conferenza stampa. Non una novità in stagione, avendo così tante partite da disputare, ma comunque una scelta. Da giorni Inzaghi si è chiuso in un silenzio di assoluta concentrazione. In settimana, quando non era in campo per allenare, era chiuso in ufficio con i collaboratori per studiare il Psg nei dettagli. È un uomo in missione. E da domani lo saranno anche i suoi ragazzi.
Ieri e oggi infatti i cancelli di Appiano Gentile si sono aperti solo per lo staff. Dopo due giorni di riposo, i giocatori torneranno in campo per il media day e il primo allenamento domani alle 17. Martedì, mercoledì e giovedì porte sprangate per preparare "la" partita. Venerdì partenza per Monaco, rifinitura, adrenalina che sale. Poi sarà tempo di Mondiale per Club ma non prima di una riunione tra il club e Inzaghi.
Il punto non è il rinnovo con adeguamento magari vicino ai 10 milioni bonus compresi (l’Al-Hilal pare volerne offrire il doppio) ma il progetto tecnico. Il mister sa che quei due punti persi in campionato sono dovuti a qualche rinforzo mancato. Lo sa anche la dirigenza che quest’estate potrà finalmente accontentarlo. Altrimenti scatterà un’altra corsa contro il Napoli sul nome di Max Allegri, il preferito per le eventuali successioni sia di qui sia di là. Ma di questo importa più là che qui. C’è solo Inzaghi nella testa dell’Inter. E c’è solo Monaco nella testa di Inzaghi.