C'è l'accordo e anche la firma: Massimiliano Allegri torna al Milan. Il tecnico livornese ha firmato un triennale con i rossoneri da circa 5 milioni di euro a stagione: un ritorno, per Max, al club con cui aveva vinto il primo dei suoi sei scudetti in carriera da allenatore nel 2011 (gli altri 5 sono arrivati alla guida della Juventus tra 2015 e 2019) prima di venire esonerato nel 2014. Una accelerazione improvvisa, dopo settimane di rumors e voci incontrollate intorno alla panchina del Diavolo. A imprimere la svolta l'intervento del nuovo direttore sportivo Igli Tare, che aveva de sempre Allegri come primo nome nella sua personale agenda.
Il club, reduce da una stagione terrificante, ha deciso di investire la somma che lo scorso anno aveva "risparmiato" su Antonio Conte: Allegri guadagna da solo quanto sono stati pagati lo scorso anno Paulo Fonseca (2,5 milioni) e Sergio Conceicao (1 milione). Scelta eloquente e obbligata: meglio l'usato sicuro di una nuova scommessa. La stagione appena conclusa non ha portato con sé solo l'ottavo posto in campionato, con l'esclusione dalle prossime competizioni europee, ma è stata condita dai tremendi fallimenti su tutti i livelli: in Champions League fuori ai playoff contro il modesto Feyenoord, dopo aver buttato alle ortiche una qualificazione diretta alla fase a eliminazione che sembrava praticamente fatta. In Coppa Italia, sconfitta a tratti sconcertante contro il Bologna nella finale dell'Olimpico. E ancora: dirigenza in preda a crisi di identità e confusione perenne, spogliatoio disastrato tra rinnovi di contratto, panchine punitive e rivolte in campo, tifosi ormai completamente scollati dalla squadra e sul piede di guerra.
Serviva un normalizzatore, più che un nuovo "profeta". Un tecnico capace di fare da parafulmine, rassicurare, indicare una via sicura. Se Allegri basterà per riportare il Milan a livelli di lotta-scudetto, molto dipenderà anche dalla campagna acquisti che Gerry Cardinale, RedBird e Giorgio Furlani gli concederanno. Di sicuro, una delle condizioni poste da Max è la conferma dei giocatori più talentuosi, a partire da Tijani Reijnders che sembra ancora oggi sulla via del Manchester City. In quest'ottica, riprende quota anche la conferma di giocatori come Maignan, Tomori, Theo Hernandez, Rafa Leao o Pulisic, tutti per vari motivi sulla lista dei possibili partenti. Il ragionamento, però, è anche facilmente ribaltabile: al Milan conviene puntare tutto su Allegri, ma allo stesso tempo per Allegri conviene puntare tutto sul Milan perché, banalmente, fare peggio degli ultimi mesi è francamente impossibile. In altre piazza prestigiose, invece, sarebbe valso il contrario.
Di nuovo Allegri, dunque, dopo 11 anni. La prima tessera di un mosaico-allenatori che rischia di sconvolgere tutta la Serie A. Max era considerato possibile prossimo mister di Napoli, Inter e Roma. Nel primo caso, prende quota la conferma di Antonio Conte, bisognerà capire cosa farà a questo punto la Juventus che puntata tutto sul ritorno del grande ex. Resterà Tudor? O arriverà Roberto Mancini, già accostato a gennaio? All'Inter, con l'incognita finale di Champions contro il Psg incombente, difficile trovare una alternativa altrettanto valida a Simone Inzaghi. A Bologna resta Vincenzo Italiano, nome che piaceva a tanti. La Roma sembra puntare tutto su Gian Piero Gasperini, così come la Lazio dovrebbe riabbracciare Maurizio Sarri (con Marco Baroni direzione Torino granata, al posto di Paolo Vanoli). Per il dopo-Gasp, l'Atalanta potrebbe puntare su Raffaele Palladino che sta divorziando a sorpresa dalla Fiorentina (Commisso punterà su Thiago Motta?). In attesa dei giocatori, non c'è che dire: il mercato dei tecnici è già partito col botto.