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Lele Adani fa a pezzi l'Italia: "Di cosa parliamo? Leggete i nomi!"

di Roberto Tortora martedì 10 giugno 2025

2' di lettura

L’avventura di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale si è conclusa con una vittoria per 2-0 sulla Moldova che, mai come ora, sa assolutamente di sconfitta. Gli azzurri, dopo il tracollo in Norvegia, erano chiamati alla goleada contro un avversario modesto per poter riequilibrare, almeno in parte, la differenza reti che sarà decisiva per la qualificazione al mondiale dell’anno prossimo. E invece ne è uscita una partita scialba e portata a casa con il minimo sindacale, per di più con un gol annullato – giustamente – per fuorigioco ai moldavi e ben 6 palle gol a loro concesse.

Di questo epilogo sportivamente straziante e soprattutto delle classiche scuse post-partita che richiamano alla stanchezza dei giocatori dopo una stagione logorante, non ne ha potuto più nemmeno Daniele Adani, seconda voce di Rai 1 per le partite della Nazionale accanto ad Alberto Rimedio. Così, nel collegamento post-partita, sbotta: “Ragazzi, scusatemi… siamo in diretta su Rai 1 e ci ascoltano diversi milioni di italiani. Ma di cosa parliamo? Se volete vi faccio cambiare i nostri calciatori con quelli che avevano loro". Adani, quindi, prende in mano la distinta ufficiale di gara e legge i nomi dei giocatori della Moldova e aggiunge: “Capisco Spalletti che assolve i calciatori e si prende tutte le responsabilità. Ma così si dà solo un alibi ai giocatori. Luciano ha risposto da signore, ma noi qui, su Rai 1, non possiamo proporre queste cose alle persone che ci seguono".

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E ancora, riprende: "Ma di cosa parliamo? Mica dobbiamo andare ad affrontare il Brasile, l'Argentina, la Francia, l'Inghilterra oppure la stessa Norvegia che sono squadre forti? Ragazzi… noi abbiamo concesso 6 palle gol alla Moldavia e abbiamo prodotto poco o niente. La stanchezza? Non possiamo dire queste cose alla gente. La stanchezza c'è per tutti, dipende come reagisci alla stanchezza. Da quali motivazioni hai, è questo il punto. La verità che serve un approccio diverso, perché la maglia della Nazionale va considerata come il coronamento di una carriera. Una cosa per la quale non ci dormi la notte. E poi ci vuole rispetto verso gli italiani". Non sono esentati da critiche nemmeno i dirigenti, Adani conclude pensando al ct del futuro: “Anche da parte dei dirigenti, che devono sostenere chi arriva. E devono fare altrettanto i presidenti di club, tutto il movimento. Perché andare al Mondiale deve essere interesse di tutti".

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