Di Jannik Sinner ha parlato anche John McEnroe direttamente con Darren Cahill, l’allenatore dell’altoatesino pronto ad andare in pensione a fine stagione, durante il torneo del Roland Garros. Così le’x tennista e commentatore delle gare del Roland Garros per Eurosport, intervista dal Corriere della Sera, ha detto nel corso dell’intervista: “(Cahill, ndr) Mi ha detto che la preoccupazione è stata non far perdere a Jannik il focus tra l’Australia e Roma, nei tre mesi di stop. Ci sono riusciti. È tornato un Sinner uguale a quello che avevamo lasciato a Melbourne con la coppa in mano. Non vedo differenze. C’era il dubbio della tenuta ma a Parigi non è stato caldo, il clima l’ha aiutato. Peccato per quei tre match point”.
Secondo McEnroe, Sinner ha mantenuto la sua particolare aura anche a Parigi “intesa come presenza — ha aggiunto — La personalità non si costruisce facilmente, lo dico per esperienza: ci si nasce. Anche Alcaraz ha carisma, ecco perché le loro sfide sono così elettriche. Entrambi hanno elementi di unicità. Carlos è il giovane più talentuoso che io abbia mai visto impugnare una racchetta, Jannik non è lontano. Alcaraz è più luminoso, Sinner è più continuo. A me colpisce il suono della palla di Jannik: mai sentita una cosa del genere”.
Quindi la rivelazione su Alcaraz: “Io spero che non lo rovinino mai, con i suoi alti e i suoi bassi. Sa mettersi nei guai e togliercisi con una facilità disarmante — ha aggiunto — Carlos è il regalo più bello che la generazione post Big Three potesse farci. Ed è l’unico tennista per cui pagherei il biglietto". In ogni caso, nessuna scelta o preferenza: “È come scegliere tra i Beatles e gli Stones, lei chi preferisce? Io amavo i Led Zeppelin. Gli Stones erano imprevedibili ma a volte i Beatles erano migliori. Parliamo di gruppi che, come Jannik e Carlos nel tennis, hanno segnato la storia”.
McEnroe ha parlato anche del fatto che si gioca troppo: “È una polemica che risale ai miei tempi — ha detto — Una volta l’Australian Open si giocava a Natale, uno dei motivi per cui non andavo a Melbourne. Certo che si gioca troppo! Bisognerebbe posticipare l’Australia e dare più off season a questi poveri ragazzi. Buona l’idea di concedere tre settimane tra Parigi e Wimbledon. E la Davis: io ci tenevo, adesso frega poco. E intanto il tennis diventa sempre più fisico”. E sulla battuta di Alcaraz mentre si allenava in palestra con John (“Dimostri 40 anni”), l’ex tennista ha concluso così: “Mi ha svoltato la giornata. Era nata storta ma, mentendo, Carlitos mi ha regalato una risata e me l’ha raddrizzata! È un ragazzo straordinario, anche Jannik è sempre gentile e rispettoso con un vecchio rottame come me. Invecchiare non mi piace, non so se si è capito”.