Una stagione straordinaria che finora lo ha visto uscire solo agli Australian Open e in finale a Barcellona contro Holger Rune. Carlos Alcaraz è in una grandissima forma, dopo essere stato reduce dai trionfi di Roma, Parigi e del Queen’s.
Il ko con il danese è l’unico in una striscia di 28 match disputati, a conferma di un cambio di marcia significativo dopo l’inaspettata battuta d’arresto di fine marzo a Miami contro Goffin. Dopo il k.o. dell’Hard Rock Stadium, aveva deciso di allontanarsi temporaneamente dal campo, approfittando dell’affetto e del calore dei suoi cari. In molti lo hanno attaccato per non aver ripreso immediatamente gli allenamenti: "Ho ricevuto tantissimo odio quando ho perso a Miami — ha raccontato dopo il Queen’s vinto —. Invece di allenarmi subito dopo, ho deciso di prendermi una pausa e sono andato a Cancun (in Messico, ndr) con la mia famiglia”.
Lì però “ho ricevuto ancora più odio, perché molta gente ha iniziato a dire: ‘Ma che sta succedendo con questo ragazzo? Ha appena perso al primo turno e non si allena, non torna subito in campo per migliorarsi?’".
Quei cinque o sei giorni completamente lontano dal tennis, senza prendere la racchetta in mano né andare in campo “sono stati fondamentali — ha aggiunto — Solo una vacanza con la mia famiglia, per spegnere il cervello e pensare a cosa avrei potuto fare meglio”. E da qui Carlos è tornato più forte di prima, macinando successi e vincendo un duello epico contro Sinner al Roland Garros, destinato a rimanere nella storia. Lo spagnolo ha così ritrovato serenità e fiducia.