Erba, terra rossa, cemento. La lezione di Jannik Sinner al mondo è sempre la stessa: si vince con la test. E Adriano Panatta, nel suo commento all'impresa dell'altoatesino a Wimbledon sul Corriere della Sera punta proprio su questo aspetto.
"Finalmente l’ho visto, so com’è fatto - esordisce il mitico ex capitano azzurro di Coppa Davis, fresco 75enne -. Un italiano che vince a Wimbledon… Mi sono chiesto, qualche volta, se mai mi sarebbe riuscito. E invece eccolo qui, che solleva le braccia come un ciclista sul traguardo".
L'erba inglese incorona Jannik e per Panatta non ci sono dubbi, "è come vincere il campionato del mondo del tennis, non ci sono altri paragoni possibili". Insomma, non è solo una pagina di storia. Inizia, letteralmente, un'altra storia per Sinner e per il nostro tennis. "Match intenso, giocato ai massimi livelli, non bello (e nemmeno scioccante) come la finale a Parigi, ma in grado di mostrarci il meglio di un tennista che va dritto allo scopo". La forza di Sinner è stata quella di non abbattersi quando l’altro, Carlos Alcaraz, "con quattro giochi di prestigio da grande giocatore gli sfila il primo set, ma resta lì, sul pezzo, pronto a reagire. E dall’inizio della seconda frazione di gioco, eccolo, a testa bassa a martellare".
Perché Jannik è sì "un ragazzo di molti talenti, ma il più grande sta nella testa, per come riesce a tirare dritto sempre, anche nelle difficoltà. Posso solo dire che in tanti anni di tennis, raramente avevo visto uno come lui". E la stessa resa in corso d'opera di Alcaraz, che a un certo punto si volta verso il suo angolo per alzare bandiera bianca ("Non riesco a tenerlo da fondo campo") è la conferma: "I tennisti, quelli bravi - conclude Panatta -, lo capiscono prima dove si sta andando a parare e lo spagnolo ha intuito che sotto la pressione cui lo sottoponeva Sinner, non sarebbe durato molto a lungo". E l'attesa è tutta per il prossimo Slam, l'ultimo della stagione, a Flushing Meadows: "Sono convinto che agli US Open lui avrà ancora fiato, gli altri assai meno".
Ma un passaggio del commento di Panatta colpisce più degli altri. Infatti, scrive: "Posso solo dire che in tanti anni di tennis, raramente avevo visto uno come lui. Ho sentito Carlos Alcaraz lamentarsi con il suo team, non riesco a tenerlo da fondo campo. Caspita che confessione, di quelle che sei pronto a fare solo quando sei disperato", conclude Panatta. Già, come da titolo sul Corsera, ha portato lo spagnolo "alla disperazione". Roba da fuoriclasse. Roba da Sinner.