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Sinner, "Cahill lo lascia solo": bomba a poche settimane dagli Us Open

venerdì 25 luglio 2025

2' di lettura

Per un pezzo importante, Jannik Sinner. Un pezzo forse fondamentale nel suo tanto prestigioso quanto tribolato staff: il supercoach australiano Darren Cahill non seguirà l'altoatesino numero 1 al mondo nell'avventura agli Us Open.

Secondo quanto riporta Repubblica, il guru 59enne che ha centrato trionfi con Lleyton Hewitt e Andre Agassi prima di trasformare la Volpe di San Candido in un dominatore si prenderà qualche settimana di "vacanza", per poi tornare nel team in vista del rush finale della stagione.

A Flushing Meadows, dove nel 2024 Sinner vinse centrando il suo secondo Slam in carriera e proprio nel momento più difficile, quello dell'esplosione del caso Clostebol, ci sarà come sempre l'italiano Simone Vagnozzi, che affianca Cahill nella gestione tecnico-psicologica di Jannik. E ovviamente anche Umberto Ferrara, richiamato ufficialmente pochi giorni fa. Il preparatore atletico era stato silurato proprio in quei giorni di fine agosto perché giudicato responsabile del pasticcio-doping avvenuto nel marzo precedente insieme a Giacomo Naldi, il fisioterapista che invece non è stato reintegrato da Sinner dopo l'allontanamento a sorpresa del duo Panichi-Badio alla vigilia di Wimbledon.

La posizione di Cahill resta comunque "in uscita", come annunciato un po' goffamente dallo stesso Sinner nel corso degli Australian Open a inizio stagione. L'australiano avrebbe infatti di ritirarsi dal tennis per godersi famiglia e meritata "pensione" dopo svariati decenni da giramondo. "Saremmo tutti felici se Cahill decidesse di restare, ma al momento non c'è nulla di certo", ammette Vagnozzi al sito dell'Atp, rivelando comunque che l'intenzione di tutti è quella di "trattenerlo".  

"Devo dire che mi ritengo molto fortunato ad aver incontrato una persona come Darren, sia dal punto di vista professionale che personale. Abbiamo legato subito e questo ci ha indubbiamente aiutato nel nostro percorso", ha detto il 42enne Vagnozzi. "Non è mai facile trovare quella chimica, ma abbiamo sempre messo al primo posto l'interesse di Jannik. Nel team abbiamo ruoli diversi: io mi occupo più dell'aspetto tecnico e tattico, mentre lui è più responsabile della parte mentale ed emotiva. Naturalmente condividiamo tutto e la cosa più importante è che il giocatore senta sempre una voce unita".

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