Sabato sera Paolo Bonolis ha vissuto un doppio debutto: da un lato in giuria a Tú sí que vales su Canale 5, dall’altro come tifoso dell'Inter, vittoriosa a Cagliari. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il conduttore ha parlato soprattutto di calcio, intrecciando ricordi personali e riflessioni sull’attualità nerazzurra. Sulla squadra di Chivu ha detto che "contro il Cagliari è andata molto bene" e che l’allenatore sta provando a recuperare terreno dopo le cadute con Udinese e Juventus. Bonolis lo descrive come un tecnico "responsabile e soprattutto molto allegro", capace di muoversi con prudenza mantenendo la struttura precedente e aggiungendo "pressione maggiore e un baricentro più alto".
In attacco, nessun dubbio sui titolari: "Lautaro e Thuram restano una coppia fortissima", ma quest’anno la differenza è la panchina. Se nella scorsa stagione le riserve non davano sicurezza (per la precisione, sottolinea il conduttore, "l'anno scorso facevano cadere le p***e a terra"), ora la presenza di Bonny e soprattutto del giovane Pio Esposito, che ha mostrato carattere e consapevolezza dei propri limiti, può garantire rotazioni utili. Parlando delle rivali, Bonolis ritiene che "il Napoli resta fortissimo, così come la Juventus e il Milan". Non manca un commento ironico su Conte, definito "un gran paravento", per la sua tendenza a lamentare carenze di organico anche di fronte a rinforzi di primissimo livello come De Bruyne.
Sul fronte europeo ammette che le due finali di Champions perse restano dolorose, ma sottolinea: "È molto più doloroso non esserci mai arrivati". E ricorda con emozione partite come il 4-3 in rimonta con la Samp, il Triplete visto in un bar del Vermont durante la laurea della figlia, e la sfida con il Barça decisa da Acerbi: "Ho gridato come se mi stessero macellando". Spazio anche alla Nazionale: "Credo in Gattuso, così come credevo in Spalletti", pur temendo un passaggio dai playoff. Sarebbe devastante, spiega, mancare il terzo Mondiale di fila, soprattutto per i giovani tifosi come suo figlio Davide, ex calciatore delle giovanili del Monza.
Il tifo per l’Inter gli è stato trasmesso dal padre milanese. I suoi idoli restano Ronaldo, Esteban Cambiasso e Karl-Heinz Rummenigge. Oggi gioca poco, si dedica al padel e segue con passione lo sport in ogni forma, dalle imprese di Sinner alle Olimpiadi, "la più grande meraviglia che ci sia". Due giovani atleti italiani che per lui meritano un Tú sí que vales sono Nadia Battocletti e Mattia Furlani.