Sono passati due anni da quel pomeriggio di Parigi in cui Jannik Sinner si era smarrito nel match con Daniel Altmaier, perdendo per l’ultima volta al secondo turno di uno Slam. Jannik oggi è un altro giocatore e a Shanghai lo ha fatto vedere. La difesa del titolo Masters 1000 dello scorso anno, fondamentale per tenere vive le speranze di tornare numero 1, è iniziata con una vittoria (6-3 6-3 in un’ora e 37 minuti) che proietta Sinner al terzo turno, dove se la vedrà contro l’olandese Griekspoor, con cui ha vinto sei volte su sei, l’ultima delle quali nella finale di Davis del 2023. Appuntamento già oggi, con il match programmato dopo quello di Djokovic, che alle 12.30 affronterà il tedesco Hanfmann, con Sinner che giocherà per due giorni di fila per aver beneficiato di un giorno di recupero in più dopo la vittoria di Pechino. Rispetto alla capitale cinese, le condizioni ambientali sono molto diverse: umidità altissima, palline più pesanti e un campo che “non scorre” come molti si aspettavano, ma l’azzurro ha mostrato capacità di adattamento: «Io e Carlos non decidiamo come vengono fatti i campi. Ogni settimana è diversa, cerco solo di adattarmi e di giocare il mio miglior tennis», ha spiegato Sinner in conferenza stampa.
LAMENTELE
Diverso l’approccio di Zverev, che dopo aver vinto il suo match con il francese Royer ha puntato il dito contro l’uniformità delle superfici: «Non mi piace. È qualcosa che detesto. I tornei stanno andando in quella direzione perché vogliono che Sinner e Alcaraz vadano bene ovunque. Invece servirebbe più varietà, più spazio per stili di gioco diversi». Una lamentela che non trova riscontro nei numeri. Perché a smentire il tedesco ci pensa la CPI, acronimo di Court Pace Index, cioè l’indice ufficiale che misura la velocità effettiva di un campo da tennis. La CPI, elaborata dai dati del sistema di telecamere Hawk-Eye, nasce da una formula che combina due elementi: il coefficiente di attrito – quanto la palla “rallenta” al rimbalzo – e quello di restituzione, ossia quanto rimbalza. Il risultato, espresso su una scala da 0 (campo lentissimo) a 50 (molto veloce), restituisce il valore medio della superficie, influenzato da altitudine, temperatura, tipo di palline e usura del cemento.