Daniil Medvedev è arrivato stravolto all’intervista in campo dopo la vittoria su Davidovich-Fokina ai sedicesimi del Masters 1000 di Shanghai. Sudato, affaticato e con l’asciugamano sempre in mano, il russo non ha nascosto la fatica: “Sì, non è stato facile, né per me né per lui”, ha ammesso sorridendo. “C’erano 85% di umidità, è davvero dura giocare così”.
Poi, come spesso accade con lui, ha spiazzato tutti con una riflessione ironica e lucidissima: “Mi piace questo torneo perché io sono uno che soffre quando ci sono 28 gradi, mentre molti altri soffrono solo quando ce ne sono 33 con umidità. Qui, invece, soffriamo tutti”. Una teoria paradossale ma tipicamente ‘medvedeviana’: “Altrove sto male solo io, qui stiamo male tutti e quindi mi sento alla pari”.
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Il russo ha spiegato di aver lottato non solo con l’avversario ma anche con le condizioni: “A volte volevo entrare in campo e colpire più forte, ma non ci riuscivo”. Eppure, nonostante la fatica, il bilancio è positivo: “Sono stato un po’ disordinato nel secondo set, ma sono felice del quadro generale del mio gioco. E sono contento di aver vinto”.
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Infine, qualche parola sulla nuova fase del suo team, dopo la separazione da Gilles Cervara: “Non siamo insieme da molto con Thomas Johansson e Rohan Goetzke. È un cambiamento di energia. Mi piace quello che Thomas mi dice: piccoli dettagli, perché so come si gioca a tennis, ma ho bisogno di certi spunti”. Finora “sta funzionando molto bene e ne sono felice, anche se qui a Shanghai la sofferenza è per tutti”.
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