Il 2025 ha certificato la crescita definitiva di Lorenzo Musetti, capace di chiudere l’anno con la qualificazione e la prima vittoria alle Atp Finals, un risultato che lo consolida nel tennis che conta. Pur essendo stato costretto a rinunciare, come Jannik Sinner, alle finali di Coppa Davis — poi vinte dagli azzurri di Filippo Volandri a Bologna con la storica terza “insalatiera” consecutiva — la sua stagione resta un passaggio chiave nella maturazione del classe 2002. Parallelamente ai successi, però, è tornato al centro del dibattito un tema che lo insegue da mesi: le bestemmie in campo, spesso rilanciate sui social e diventate motivo di discussione pubblica attorno al carrarino.
Nell’intervista rilasciata a D di Repubblica, Musetti non ha eluso l’argomento e ha preferito affrontarlo con trasparenza. “Le emozioni mi scassano, entro in una spirale negativa e mi flagello”, ha raccontato, spiegando come certe reazioni siano legate alla difficoltà di gestire la tensione agonistica. Una debolezza che riconduce alle sue radici: “Io sono toscano, da noi si urla…”.
Il tennista non nasconde di considerare eccessi e sfoghi come lati che vorrebbe contenere, senza però cambiare la propria natura. “Non inseguo la perfezione, non sono politicamente corretto, il mio carattere è questo”, ha ribadito, ricordando anche il percorso intrapreso per migliorarsi: “Per un po' mi sono fatto aiutare da uno psicoterapeuta, poi ho interrotto la collaborazione”.
C’è un momento, più di altri, che lo mette in difficoltà quando si rivede: “La situazione più imbarazzante? Rivedermi quando mi lascio andare a comportamenti che non mi appartengono”. È da qui che nasce la richiesta di comprensione verso tifosi e critica mentre prova a trovare maggiore stabilità, senza rinunciare alla propria personalità. Del resto, rivendica, “credo di piacere proprio perché sono fuori dal coro”.