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Piantedosi, bomba-Ong: "Serve il porto", chi sfida il Viminale

Sale a 371 il numero di migranti a bordo della Geo Barents. La nave di ricerca e soccorso di Medici senza Frontiere, infatti, ha effettuato un nuovo salvataggio nel Mediterraneo. "103 persone, tra loro 22 bambini e un uomo con una gamba rotta, sono state tratte in salvo da una barca di legno in difficoltà in acque internazionali - afferma Msf - Attualmente a bordo ci sono 371 persone soccorse in 5 distinte operazioni di salvataggio. Tra i sopravvissuti, 3 donne incinte e 55 minori, il più piccolo ha solo 11 mesi". Con ogni probabilità la Geo Barents chiederà al governo italiano un porto per sbarcare visto che Malta ha negato l'assistenza. "Siamo ancora una volta sconvolti - afferma la ong in un tweet - dal fatto che le Forze armate maltesi abbiamo trascurato il loro obbligo legale di coordinare questi soccorsi e fornire assistenza, anche se le autorità competenti sono state sempre informate".

Intanto l'Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) sottolinea in una nota l’erroneità, in punto di diritto, delle affermazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in relazione alle attività di Search & Rescue (Sar) a opera di organizzazioni umanitarie. Piantedosi, attacca Asgi, "è fra gli autori del decreto sicurezza-bis nel 2019" e "stigmatizza le operazioni di soccorso compiute da soggetti privati in modo 'autonomo', senza il coordinamento di alcuna autorità. Questa circostanza evidentemente non è determinata dalle azioni delle Ong ma deriva dal comportamento omissivo degli Stati costieri, prima di tutto Italia e Malta, che da anni rifiutano di coordinare le attività di soccorso, delegando gli interventi alla Libia o alla Tunisia e spesso ostacolando l’intervento di attori privati come navi mercantili e Ong".

E ancora, accusa Asgi: "Il ministro distingue in modo artificiale e illegittimo le operazioni di primo soccorso in mare dalla fase dello sbarco in un ’luogo sicuro'. Egli considera l’ingresso nei porti europei a seguito di operazioni di soccorso avvenute fuori dalla Sar italiana alla stregua di un’attività che viola le norme sull’immigrazione e non invece come l’ultima (e necessaria) fase che conclude un evento Sar".