Ocean Viking

Ong verso la Francia? "Golpe" e sfregio-Ue: "No, vada in Italia"

Alessandro Gonzato

Riparte lo scontro, e rischia di farsi più acceso di prima. Italia, Francia, in mezzo l'Unione europea. Che ripropone la specialità della casa: lo scaricabarile. La Commissione Ue ha chiesto lo «sbarco immediato nel porto più sicuro e vicino» dei 234 migranti a bordo Ocean Viking. Fino a ieri mattina il porto più sicuro e vicino era quello di Trapani, ma nel frattempo la nave battente bandiera norvegese di proprietà della Ong francese Sos Mediterranée si è diretta come aveva annunciato in precedenza verso il porto di Marsiglia (ma all'ultimo è emersa la possibilità di Tolone), con la possibilità di sostare in Corsica.

PARIGI TUONA - La nota di Bruxelles è arrivata dopo la polemica tra Roma e Parigi, con quest' ultima che ha parlato di «comportamento irresponsabile» delle autorità italiane, «che devono svolgere il loro ruolo e rispettare gli impegni europei», ha ribadito il portavoce dell'Eliseo Olivier Véran. Parole a cui il premier Giorgia Meloni ha risposto sottolineando che «il governo sta rispettando tutte le convenzioni internazionali e il divieto imposto alle navi delle Ong di sostare nelle nostre acque oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, che è giustificato e legittimo».

La Meloni ha aggiunto che «questi non sono naufraghi bensì migranti». Dichiarazioni condivise dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che lunedì porterà la questione al Consiglio Affari europei: «Abbiamo difeso un principio. Lo ha detto anche Papa Francesco: il problema delle migrazioni è comunitario».
Torniamo alla Ocean Viking. La Commissione, sempre nella nota, ha dichiarato che «sulla nave la situazione ha raggiunto un livello critico e dev' essere affrontata con urgenza per evitare una tragedia umanitaria.

L'obbligo legale di soccorrere e garantire la sicurezza della vita in mare», ha proseguito l'Ue, «è chiaro e inequivocabile a prescindere dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in una situazione di pericolo».
La Commissione europea ha inviato gli Stati membri a «lavorare insieme per garantire una risposta comune, nel rispetto della massima importanza e in considerazione della sacralità della vita». Poi l'Europa ha ricordato l'importanza del «meccanismo di solidarietà», «il numero significativo di posti destinati alla ricollocazione» - i famosi "ricollocamenti volontari" del nuovo "Patto su migrazioni e asilo" che su 60 mila migranti sbarcati in Italia in 4 mesi ne hanno ricollocati ben 112, significativo appunto - «per contribuire ad alleviare parte della pressione attraverso il trasferimento in altri Stati membri».

Bruxelles ha inoltre informato che convocherà «urgentemente» i Paesi Ue «per lavorare ulteriormente su soluzioni comuni», ha evidenziato che «è importante fornire sostegno a Paesi che ricevono regolarmente arrivi via mare».
In serata è intervenuto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari: «Abbiamo un problema di illegalità totale delle navi Ong.
Partiamo dal ripristino della legalità e sulla base di questo siamo disposti a parlare di tutto. Un conto è il salvataggio occasionale in mare. Un altro è un'operazione sistematica di trasporto migranti, fare la spola».
Anche se la Ocean Viking stavolta approderà a Marsiglia è facile prevedere che l'indicazione del «porto più sicuro e vicino» verrà usata dai taxi del mare per forzare i prossimi sbarchi in Italia, e allora ripartirà il braccio di ferro. Molto probabile, se non scontato. Ieri a Lampedusa è morta una migrante trasportata in ospedale in ipotermia.

LAMPEDUSA ESPLODE - La procura ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di un altro reato. La donna era partita assieme ad altre 43 persone domenica scorsa da Sfx, in Tunisia. L'hotspot di Lampedusa trabocca di richiedenti asilo: 1.200 a fronte di 350 posti disponibili. Intanto la nave tedesca Humanity 1 ha lasciato il porto di Catania: sta andando in Spagna, come aveva annunciato la Ong, e poi ripartirà per il Mediterraneo centrale. Il responsabile di Sos Humanity, Till Rummenhohl, è tornato a provocare: «Quello che è successo è stato abominevole, un grande problema». Ha annunciato che l'Ong «continuerà a lottare perché l'Ue faccia qualcosa per fare rispettare le leggi del mare». È in partenza da Catania anche la Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere.