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Ong, in Francia scatta l'inchiesta: la scoperta che fa godere l'Italia

di Mauro Zanon domenica 13 novembre 2022

3' di lettura

Fortunatamente, in Francia, non tutti si chiamano Jean-Luc Mélenchon, il leader della sinistra radicale che ieri, in maniera indegna, ha definito l'Italia «un Paese di barbari diretto dai fascisti» per aver rifiutato l'attracco alla Ocean Viking, la nave di proprietà della Ong francese Sos Méditerranée. C'è anche chi, come Jordan Bardella, neoeletto presidente del Rassemblement national, prova ad andare oltre lo scontro diplomatico tra Roma e Parigi, aizzato volutamente dal presidente francese Emmanuel Macron per questioni di politica interna, e a concentrarsi sull'origine del problema: la complicità tra le Ong di estrema sinistra e la mafia dei passeurs, ossia dei trafficanti di migranti, evidenziata da molteplici inchieste negli ultimi anni. «L'Ocean Viking dovrebbe essere sequestrata! Ho chiesto una commissione d'inchiesta europea sulla complicità delle Ong di estrema sinistra e la mafia dei passeurs: questo traffico di essere umani deve essere combattuto», ha dichiarato ieri Bardella. Seguito da Marine Le Pen che, all'Assemblea nazionale, ha accusato la Ocean Viking e le imbarcazioni delle Ong di essere «complici dei passeurs».

I PRECEDENTI
Una delle inchieste più importanti sulle liaisons dangeureuses tra le Ong e i trafficanti di esseri umani è stata realizzata dalla procura di Trapani, che ha scoperto, al termine di quattro annidi indagini, i comportamenti poco etici dei tedeschi di Jugend Rettet, Ong berlinese, e di altre due grandi associazioni come Médecins sans frontières e Save the children per portare i migranti in Italia (l'inchiesta si concentra su dodici operazioni di "salvataggio", condotte tra marzo e ottobre 2017). Gli inquirenti, nelle 653 pagine della relazione conclusiva resa pubblica lo scorso anno, avevano evidenziato che le tre ong, attraverso le loro imbarcazioni, si erano rese complici di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con un modus operandi molto simile a quello di Sos Méditerranée. Le Ong davano appuntamenti ai trafficanti in mare per recuperare i migranti da portare in Italia.

Come nel caso di Vos Hestia, nave noleggiata da Save the children e inchiodata da alcuni video ritrovati dalla polizia italiana. Il 26 giugno 2017, a largo della Libia, Vos Hestia viene avvicinata da tre uomini, membri della milizia libica Dabbashi specializzata nel traffico dei migranti. I passeurs annunciano l'arrivo imminente di un'imbarcazione con più di 500 migranti a bordo, poi spariscono all'orizzonte. Pochi minuti dopo, appare una nave, scortata da due barche guidate dai trafficanti. Al centro, un uomo barbuto dirige le operazioni. A un certo punto, come dimostrato dalle immagini raccolte dalla polizia italiana, si toglie la cintura e inizia a picchiare i migranti per obbligarli a stare in silenzio prima di salire sulla Vos Hestia e essere trasportati in acque internazionali.

CONSEGNE CONCORDATE
«I trafficanti, al termine delle operazioni, rientravano verso la Libia con le unità precedentemente impiegate per trasportare i migranti, rendendo così possibile il reimpiego dei mezzi per successivi trasporti. In tal modo procedendo ad una vera e propria consegna concordata di migranti», si legge nelle carte della procura di Trapani. Lo stesso modus operandi caratterizzava l'Ong tedesca Jugend Rettet, la cui imbarcazione, Iuventa, è stata da allora sequestrata dalla giustizia italiana, e Médecins sans frontières, tramite la nave Vos Prudence. Tutte e tre le Ong, come ricordato ieri dal Figaro, si sono rifiutate di firmare un codice di deontologia proposto da Roma per mettere al bando queste pratiche illegali. Oltre ai video e all'intercettazioni, la giustizia italiana era riuscita a scovare anche un gruppo WhatsApp intitolato Humanitarian SAR («search and rescue») a cui partecipavano 69 persone.

Alcuni messaggi contenevano le coordinate Gps per gli appuntamenti con le imbarcazioni dei passeurs. Gli inquirenti, nello zibaldone conclusivo, citano anche una conversazione tra due dipendenti di Save the Children: uno di loro indica di aver visto passare «delle informazioni sui trafficanti» e raccomanda di cancellarle. Un'altra inchiesta, condotta dall'agenzia europea Frontex, era arrivata alle stesse conclusioni. «Tutte la parti implicate nelle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale aiutano involontariamente i criminali a raggiungere i loro obiettivi ad un costo minimo», sottolineò l'agenzia. La presenza di navi, come quelle di Sos Méditerranée, «influenza la pianificazione dei trafficanti e agisce come un fattore di attrattività», dettagliò Frontex. Persino Macron, in un sussulto di lucidità, denunciò nel 2018 il comportamento dell'Ong tedesca Lifeline nelle acque libiche, accusandola di fare «il gioco dei passeurs». 

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