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Roma, migrante suicida nel Cpr: sassi e lacrimogeni, scoppia il caos

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Caos al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, a Roma, dove questa mattina è stato trovato morto suicida un 22enne originario della Guinea in attesa di espulsione. L'episodio ha fatto esplodere gravi disordini all'interno della struttura: gli ospiti hanno lanciato sassi contro gli operatori e abbattuto grate di ferro e porte. Qualcuno avrebbe addirittura provato a incendiare un'auto della polizia, ma gli agenti sono riusciti a spegnere le fiamme. 

Il suicida si chiamava Osumane Sylla ed è stato trovato impiccato all'alba da un responsabile di settore della polizia all'interno della struttura. Nonostante i primi soccorsi, purtroppo per il giovane non c'era già più nulla da fare. Il 22enne era arrivato da dieci giorni e doveva essere rimpatriato. La sua morte ha fatto insorgere decine di stranieri, circa sessanta, detenuti nel Cpr. La polizia poi è stata costretta a utilizzare dei lacrimogeni per evitare che sfondassero le porte che dividono un settore dall'altro. 

Alcuni giovani, tuttavia, sarebbero riusciti a sfondare due grate di ferro nella parte anteriore del complesso, cercando poi di abbattere la porta. Infine il lancio di sassi contro poliziotti e operatori interni. Intanto, la Scientifica è al lavoro per esaminare i video interni al Cpr, così da identificare le persone coinvolte nei disordini, per le quali potrebbero scattare anche dei provvedimenti di rimpatrio immediati. 

Secondo quanto riportato dalla Questura, un sottufficiale dell’Esercito sarebbe rimasto ferito in modo grave dai sassi e per questo è stato subito trasportato in ambulanza all’Aurelia Hospital. Ora si troverebbe in osservazione. Feriti, ma in modo lieve, anche sei carabinieri. Già a settembre la situazione all'interno del Cpr era stata descritta dai sindacati dei carabinieri come "fuori controllo": si parlava di struttura "fatiscente", con "grave carenza di personale, quattro carabinieri per 100 migranti".

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