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Open Arms, Enzo Moavero Milanesi: "La telefonata col ministro spagnolo" che cambia il quadro

venerdì 17 maggio 2024

2' di lettura

Il caso Open Arms si arricchisce di nuovi dettagli che non sono affatto secondari. Nel processo di Palermo dove è imputato il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è il turno dell'ex ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Le sue parole inguaiano e non poco l'Ong mettendo a fuoco un tema importante: Open Arms ha rifiutato l'aiuto della Spagna (Paese di bandiera dell'imbarcazione): "Durante il periodo della vicenda Open Arms, tra la metà di agosto e il 20 agosto, ho avuto svariate telefonate con il ministro degli Esteri spagnolo. Venivano fatte dal ministro spagnolo per cercare di trovare una soluzione a una vicenda che aveva connotati drammatici", è la premessa.

Poi ha aggiunto: "Ero a conoscenza della disponibilità della Spagna ad accogliere (i migranti sulla Open Arms, ndr). Appresi i nomi degli altri Paesi disponibili a farlo dalla lettera aperta del presidente del Consiglio. I Paesi disponibili erano la Germania, la Francia, la Spagna, il Portogallo, la Romania e il Lussemburgo", ha aggiunto l’ex ministro degli Esteri, spiegando che "la disponibilità di principio e l’effettiva partenza di persone erano situazioni diverse, che uscivano comunque dalla competenza del mio ministero".

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Ma non solo, Enzo Moavero Milanesi parla anche delle responsabilità dirette della presidenza del Consiglio, a quel tempo il premier era Giuseppe Conte: "Nell’agosto del 2019 il ruolo preponderante per la redistribuzione dei migranti è stato assunto dalla Presidenza del Consiglio, nel senso che come ministero degli Esteri eravamo a disposizione, ma i contatti con gli Stati per la redistribuzione delle persone a bordo delle navi erano presi dalla Presidenza del Consiglio. Nel caso specifico io non presi contatti diretti, evitavamo sovrapposizioni per non complicare il tipo di risultato".  E i pm Calogero Ferrara e Giorgia Righi, che rappresentano l’accusa nel processo Open Arms, hanno chiesto la possibilità di potere ascoltare come testimoni Josep Borrell, ex ministro degli esteri spagnolo e attuale Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e l’ex cancelliera tedesca, Angela Merkel.

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