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Immigrati, i vescovi sbagliano e il Papa ha ragione

Alessandro Gonzato
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Compagni che non comprendono: più sono le partenze clandestine e maggiore è il numero di morti in mare. Lo dicono i dati - li analizziamo subito - ma ancor prima la logica. Lo afferma anche Papa Francesco, il quale ha incentrato l’udienza generale del mercoledì, in piazza San Pietro, sul dramma delle migrazioni. «Del Mediterraneo ho parlato tante volte», ha detto Bergoglio, «perché sono vescovo di Roma e perché è emblematico: il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero».

Il Santo Padre ha elogiato i soccorsi, «i buoni samaritani che si prodigano per salvare le persone abbandonate sulle rotte di disperata speranza», e ha sottolineato la necessità di «ampliare le vie di accesso regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e altre calamità». Bergoglio ha voluto mandare un altro messaggio: «C’è chi opera sistematicamente per respingere i migranti e questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave». Poi però un’altra considerazione: «Le rotte migratorie di oggi sono spesso segnate da attraversamenti di mari e deserti, che per molte, troppe persone, risultano mortali. Su una cosa potremmo essere tutti d’accordo: in quei mari i migranti oggi non dovrebbero esserci». Quindi un passaggio cruciale: «Bisogna unire le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui».

 

 

 

AL TEMPO DELLE COOP

Osserviamo i dati degli ultimi dieci anni, incrociando quelli del ministero dell’Interno con quelli dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). L’anno record di sbarchi irregolari sulle nostre coste, 181.436, è stato il 2016, il presidente del Consiglio era Matteo Renzi e il ministro dell’Interno Angelino Alfano: nel Mediterraneo centrale sono morti 4.574 migranti. Era l’Italia degli sbarchi indiscriminati di massa e delle cooperative rosse che stipavano alberghi e tendopoli di richiedenti asilo; il periodo dei 35 euro a migrante, delle rivolte degli stranieri che volevano subito i documenti e protestavano per la qualità del cibo, che quando non era di loro gradimento finiva nel cestino o lanciato in strada.

Il Pd per i richiedenti asilo faceva di tutto, e una delle iniziative più memorabili è stata quella dell’allora governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, la quale ha offerto agli extracomunitari corsi di sci in Carnia. Torniamo alle cose serie, purtroppo. Anno 2014, esordio di Renzi a Palazzo Chigi: 170.100 sbarchi, 3.126 morti. Se confrontiamo gli anni di disgrazia 2014 e 2016 col 2018 (Matteo Salvini ministro dell’Interno), il dato è impietoso: 23.370 arrivi clandestini in Italia, 1.314 morti nel Mediterraneo centrale. Anche solo un morto è troppo, è evidente. E però il calo è stato vertiginoso, come nel 2019 (il governo gialloverde è caduto a settembre): 11.471 sbarchi e 1.262 decessi.

 

 

 

L’anno scorso è stato oggettivamente complicato sul fronte degli sbarchi (anche se il record negativo resta quello del 2016): sono arrivati 157.652 profughi veri e presunti, e il numero di morti in mare si è impennato rispetto al 2022, quasi mille in più. Nel 2020, complice la pandemia che ha fortemente rallentato i flussi migratori, si contano mille decessi durante le traversate. Dal 2014 a oggi i morti nella zona più battuta dalle navi Ong sono stati 22.453, ma è evidente che i decessi sono stati di più, visto che un certo numero sfugge inevitabilmente alle statistiche.

 

DAL G8 AL VATICANO

Torniamo al Papa, la cui udienza è stata commentata da Luca Casarini, ex leader no-global, per trent’anni agitatore dei centri sociali e da qualche tempo – fulminato sulla via delle Ong, per puro spirito caritatevole – capomissione di Mediterranea Saving Humans: «Francesco fa riferimento a quella sfera che si chiama “respingimento”, a quei modi illegali e disumani di respingere le persone. Bisogna dire che questa è la realtà che abbiamo di fronte. Il Papa dice che aiutare significa per un cristiano essere cristiano. Abbiamo governanti», l’ex no-global attacca il governo, «che sbandierano rosari mentre fanno i comizi, che dicono “Dio è con noi”, che dicono “sono madre, sono cristiana”. Ecco, io credo che sia una riflessione rivolta ai ministri cristiani che vanno a messa tutte le domeniche. È questo il tema grande che pone il Papa, e questo tema non è politico. È molto più profondo che politico. Si tratta del modo in cui noi siamo cristiani, leggiamo il Vangelo e lo pratichiamo».

 

 

 

DA CHE PULPITO

Si tratta dello stesso Casarini, pluricondannato, già animatore del centro sociale “Rivolta” di Marghera e frequentatore dell’“Osteria allo Sbirro morto”, sempre nel Veneziano. Dà lezioni sulle tragedie in mare anche il Pd, nel caso specifico la senatrice Sandra Zampa, e la cosa si commenterebbe da sé, non tanto per la Zampa, quanto per il Pd: «Parole charissime di Papa Francesco, che mettono ognuno di noi di fronte alle proprie responsabilità...». Ma non si riferisce alle responsabilità del Pd.

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