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Perché un accoltellatore deve restare libero?

di Daniele Capezzone venerdì 18 luglio 2025

3' di lettura

No, la vicenda dell’accoltellatore di origini nordafricane che imperversa a Ravenna non può finire a tarallucci e vino. I fatti li conoscete già, questo giornale ve li ha raccontati ieri: un diciassettenne straniero avrebbe accoltellato un coetaneo italiano (intervenuto per difendere la sorellina 15enne che era stata appena insultata). Non solo: secondo quanto sostiene il padre della vittima, il colpevole si sarebbe già reso protagonista di un episodio analogo, avrebbe altri precedenti (incluso - riferisce sempre il padre dell’accoltellato - un tentativo di aggressione a scopo sessuale), e sarebbe stato trovato con un certo quantitativo di droga. Di più: sarebbe ancora libero. Par di capire che sia affidato a una comunità che si occupa di minori problematici ma- secondo le informazioni circolate finora - in un regime che gli consentirebbe una certa libertà di movimento. Della quale usufruisce nel modo che abbiamo visto.

Ora, è sacrosanto precisare che tutti questi elementi andranno scrupolosamente accertati e verificati in sede di indagine. Ma se solo fosse vera la metà (oserei dire: la metà della metà) di questo “record” criminale, ci sarebbe una elementare domanda da porsi: com’è possibile che un soggetto del genere fosse libero (prima del secondo accoltellamento) e lo sia rimasto anche dopo? Sappiamo bene che per i minori la custodia cautelare subisce una sorta di attenuazione.

Ma i criteri sono ben noti: inquinamento delle prove, pericolo di fuga, reiterazione del reato. Ecco: tranne l’inquinamento delle prove, gli altri due elementi ci sono tutti (e notoriamente ne basta uno soltanto). Di più: esattamente come le norme prescrivono, non siamo dinanzi a un rischio astratto ma concretissimo sia di fuga sia di ripetizione del reato. Se le cose sono andate secondo quanto si è letto, infatti, la ripetizione del reato c’è già stata. E, quanto alla fuga, c’è da temere che ci sia presto.

E allora ecco la seconda domanda: molte volte in sede giudiziaria abbiamo visto applicate queste esigenze cautelari anche quando i requisiti evocati dalla legge (fuga, reiterazione, eccetera) erano molto vaghi e generici, o comunque più che altro configurabili astrattamente. Com’è possibile che in questo caso invece il giovane sia stato trattato in un modo che sembra tanto generoso? Magari una ragione c’è: saremmo lieti di sentircela spiegare dai magistrati e dai vari “professionisti dell’accoglienza”.

Così come - nella Romagna delle amministrazioni rosse - ci sarebbe piaciuto e ci piacerebbe leggere qualche parola di solidarietà verso il ragazzo accoltellato da parte degli esponenti del Pd e della sinistra. Quando sui canali social ci furono alcune critiche e attacchi nei confronti dell’assessore (non scriveremo mai: assessora) Hiba Alif, la sinistra romagnola insorse. Ed erano parole, magari sgradevoli, ma solo parole. Per delle coltellate, invece, non varrebbe la pena di una presa di posizione politica? O anche solo di un segno di vicinanza umana?

Quanto al papà dell’aggredito, l’ingegner Patrizi, dopo la rabbia dell’altro giorno (quando aveva minacciato di mettersi personalmente in cerca dell’accoltellatore), ieri ha diffuso un video molto saggio e ben calibrato sui suoi canali social, mostrando di non prestarsi al gioco che qualcuno era già pronto a scatenare contro di lui, trasformandolo in bersaglio polemico: da padre dell’aggredito ad aggressore. E sarebbe stato il copione perfetto per chi ama rovesciare le cose.

Ma - avendo pienamente ragione - il papà del ragazzo ferito ha continuato a protestare in modo vibrante contro il fatto che l’accoltellatore fosse prima e sia rimasto pure dopo a spasso. È davvero così? Fino a ieri pomeriggio, tutto faceva pensare di sì. Ecco, se fosse confermato che il giovane è di fatto a piede libero, la cosa si commenterebbe da sé. Incredibile, ingiustificabile, inammissibile.

Ps: Senza spostarci dalla Romagna, nelle stesse ore un altro ragazzo di Ravenna, in questo caso un 29enne, è stato aggredito e ferito da due stranieri alla stazione di Cesena. Dev’essersi trattato di un altro fenomeno di “percezione”, come spiegano in questi casi dalle parti della sinistra.

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