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Giustizia tributaria, "la riforma non è più rinviabile"

sabato 16 novembre 2019
1' di lettura

Roma, 11 nov. (askanews) - La riforma della giustizia tributaria viene invocata da anni da tutti gli operatori del settore. I numeri lasciano capire quale peso abbia il contenzioso fiscale. Nel 2018 le controversie sono state 211mila. Il valore complessivo dei ricorsi ha toccato quota 38 miliardi. Il primo governo Conte aveva inserito la questione nel contratto di governo; la Corte dei Conti di recente ha chiesto di farsi affidare in via esclusiva la materia tributaria; in Parlamento sono depositati ben sei testi di riforma. Francesco Giuliani, tra i massimi esperti italiani di diritto tributario e partner dello Studio Fantozzi, ha coordinato il lavoro dell'Associazione Italia Decide e preparato una proposta: "Il punto fondamentale è riformare la giurisdizione tributaria e far sì che le commissioni tributarie escano dal Mef, da cui dipendono, e creino una situazione di indipendenza rispetto all'Agenzia delle Entrate. Questo è il primo passo preliminare e ovvio. Poi c'è tutta una serie di riforme di norme tecniche processuali indispensabili per creare un processo giusto che vada nell'ottica dell'articolo 111 della Costituzione, del giusto processo, che oggi non si può dire applicato al giudizio tributario". Giuliani si è confrontato, presso lo studio The Skill, con il presidente del Consiglio della Giustizia Tributaria, Antonio Leone: "Una riforma della giustizia tributaria deve servire soltanto a migliorare il servizio, e a tenere ben diviso l'interesse del cittadino contribuente dall'interesse dello stato impositore".

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A Perugia il progetto sul riciclo consapevole L'Italia in cornice

Perugia, 26 giu. (askanews) - Ha preso il via da Perugia la nuova edizione de "L'Italia in Cornice", il progetto itinerante di Corepla - Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica - pensato per promuovere l'importanza del riciclo consapevole e al tempo stesso raccontare le bellezze del nostro Paese. Nel capoluogo umbro, a Piazza del Melo, è stata inaugurata l'installazione urbana interattiva, composta da una cornice e due pannelli informativi realizzati interamente in plastica riciclata, creata dall'artista Ale Giorgini. Inquadrando il QR code presente nei pannelli, cittadini e turisti potranno accedere in modo semplice a tutte le informazioni utili su come, dove e quando conferire correttamente gli imballaggi in plastica nella raccolta differenziata cittadina. A spiegare l'installazione la responsabile comunicazione di Corepla Eleonora Brionne:

"Oltre alla cornice abbiamo due pannelli dei QR code che raccontano effettivamente come deve essere conferita la plastica. Su un altro pannello è possibile anche accedere a delle informazioni che il Comune mette a disposizione riguardo le modalità di raccolta della città di Perugia".

Un'iniziativa che trova anche l'appoggio del comune di Perugia, era infatti presente l'Assessore all'Ambiente e alla Rigenerazione Urbana David Grohmann:

"Per noi questo rimane un tema importantissimo, soprattutto il tema la lotta, l'abbandono del rifiuto è un tema molto molto centrale nella nostra azione quindi ben venga ogni attività soprattutto se ben strutturata e costruita come questa che ci aiuta a fare una corretta informazione".

Molto importante, infine, il ruolo di Gesenu, gestore dei servizi di igiene ambientale del Comune di Perugia. A parlare del loro impianto il coordinatore di Gesenu per l'Umbria Fabrizio Valocchia:

"Questo impianto data la sua importanza tecnologica riesce ad avere uno scarto nel flusso A, che è il flusso più importante, uno scarto minimo minore del 10 per cento e questo scarto comunque non va in discarica, perché riusciamo a recuperare questo scarto mandandolo in impianti extra regionali che permettono il recupero di energia e di materia".

Un modo smart e innovativo per favorire la conoscenza delle buone pratiche di riciclo, con l'obiettivo di arrivare anche e soprattutto ai giovani e alle nuove generazioni.

TMNews

Copenaghen in bici, alla scoperta di ponti e piste ciclabili

Copenaghen, 26 giu. (askanews) - L'ultimo ponte ciclabile è stato inaugurato solo alcuni giorni fa. Dal 2015, è stata classificata più volte come la capitale più bike-friendly del mondo: con 750mila biciclette (cinque volte il numero di automobili) e 662mila abitanti. Benvenuti a Copenaghen, lungo le ciclabili più innovative d'Europa e non solo. Si va dai ponti a forma di serpente, al Circle Bridge del 2015, fino alle ciclabili lungo la costa dell'Oresund. Sono 397 i chilometri di piste ciclabili, e il 45% (secondo Bicycle-friendly Copenhagen -Wonderful Copenhagen) degli abitanti le utilizza tutti i giorni per recarsi a lavoro o all'Università, per una distanza media di 9 chilometri al giorno. Il 75% degli abitanti della capitale danese non possiede una auto. In forte crescita anche le cargobike, principalmente elettriche: una famiglia su quattro a Copenaghen ne possiede una.

Lars Weiss, sindaco di Copenaghen, spiega l'importanza di investire in ciclabili. "Abbiamo investito molto nelle infrastrutture per le bici. Si tratta della principale azione politica intrapresa. Copenaghen è una città relativamente in pianura, quindi è facile spostarsi in bicicletta. E oggi, per la maggior parte degli abitanti, il modo più semplice e veloce di spostarsi in città è scegliere la bicicletta".

Nel 2022, la città ha investito 10 milioni di euro in infrastrutture ciclabili per mantenere e migliorare il proprio status di città più bike-friendly al mondo. "A Copenaghen abbiamo circa 400 chilometri di piste ciclabili, e non ci fermiamo qui. Lo stesso vale per ulteriori ponti da costruire. Continueremo a investire sulle ciclabili".

Sicurezza, velocità nel muoversi e soprattutto zero inquinamento. Sono i tre fattori trainanti che fanno di Copenaghen la capitale della bici. Come spiega Line Barfod, Assessore agli Affari Tecnici e Ambientali della Città di Copenaghen e Presidente della Commissione Tecnica e Ambientale. "Ci sono due aspetti da sottolineare. Il primo è che abbiamo realizzato delle piste ciclabili in modo che sia sicuro andare in bicicletta. L'altro è che la città è stata progettata per le biciclette. In 15 minuti si può avere tutto ciò di cui si ha bisogno. La scuola, l'asilo, il supermercato, gli eventi culturali e così via. Non c'è bisogno dell'auto".

Progetti per il futuro? "Stiamo pianificando i prossimi ponti attraverso il porto; ogni volta che ne costruiamo uno nuovo, ancora più ciclisti lo utilizzano. Sono ponti che uniscono i quartieri, sia in senso letterale del termine, che metaforico, perché in questo modo è molto più facile spostarsi, imparare a conoscere la propria città, fare nuove amicizie. È un ponte non solo materiale". Per il prossimo ponte ci vorrà qualche anno. Ma non troppi. Copenaghen è in continua trasformazione. Intanto, si pedala...

Per i turisti che desiderano fare esperienza di passeggiate in bici lungo la città consigliamo "Cycling Copenaghen" (www.cycling-copenhagen.dk) che organizza anche dei tour. Se invece si intende andare molto fuori la città e percorrere uno dei tratti delle ciclabili europee, suggeriamo "Onewaybiketours.com". Per informazioni sulla città e sulla Danimarca, VisitCopenhagen (https://www.visitcopenhagen.com) e VisitDenmark (https://www.visitdenmark.it)

Servizio di Serena Sartini

Montaggio e immagini di Carla Brandolini

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I leader europei arrivano al summit Ue a Bruxelles

Milano, 26 giu. (askanews) - La premier Giorgia Meloni, Kaja Kallas, Roberta Metsola. I leader europei sono arrivati al vertice dell'UE a Bruxelles, una due giorni durante il quale si discuterà, tra le altre cose, della situazione in Ucraina e in Medio Oriente.

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Tahar Ben Jelloun, non solo scrittore: una mostra dei suoi quadri

Robat, 26 giu. (askanews) - Romanziere, saggista, poeta; la pittura è un'altra dimensione artistica per Tahar Ben Jelloun. L'autore di "Creatura di sabbia", "Notte fatale" e "Il razzismo spiegato a mia figlia" espone con una nuova mostra nella sua città, Rabat, capitale del Marocco; quadri per scrivere coi colori, quadri dove spesso c'è una porta che si apre verso il futuro.

Tahar Ben Jelloun scrive in francese, è uno degli autori francofoni più tradotti al mondo. Nell'inquietudine dei nostri tempi, giunto a ottanta anni, una lunghissima carriera di sforzi per unire il Nord Africa e l'Europa, per la comprensione reciproca, della sua pittura non vuole fare un manifesto.

"Si dipinge per far piacere agli altri, per per dar loro voglia di serenità, di star bene. Non faccio pittura metallica, come la musica metal. Io sono un uomo di pace e di serenità".

La mostra presenta su fondo blu elettrico una quarantina di tele in colori acrilici, fino al 30 giugno, al museo Mohammed VI di arte moderna e contemporanea. Ben Jelloun espone da una quindicina d'anni ma questa è la prima mostra negli ambienti che hanno accolto retrospettive di Picasso, Van Gogh e Monet.

"Non c'è un messaggio. Come diceva Georges Simenon, se ho un messaggio mando un telegramma. Forse l'unico messaggio che posso dare è "state bene". State bene con i colori, fate in modo che questi colori vi diano serenità e voglia di ballare e cantare".

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