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Con nuove tecnologie anche i diabetici potranno pilotare aerei

sabato 22 giugno 2019
2' di lettura

Vicenza, 21 giu. (askanews) - Oltre 425 milioni di persone in tutto il mondo convivono con il diabete, patologia che impatta sulla vita quotidiana a diversi livelli, dalle attività sportive alle scelte professionali. Grazie alle ultime innovazioni mediche e tecnologiche la gestione di questa malattia negli ultimi anni ha fatto però molti passi avanti. Tanto che presto cadranno probabilmente anche in Italia le ultime barriere, come ad esempio, il divieto, per chi si cura con insulina o farmaci che possano causare ipoglicemie, di ottenere la licenza di volo o di intraprendere una delle altre professioni dell'aeronautica. Se n'è parlato durante una tavola rotonda, nell'ambito del 31° congresso dell'Associazione italiana di medicina aerospaziale Aimas, organizzata in collaborazione con Abbott, che con la sua tecnologia di monitoraggio del glucosio sta contribuendo a cambiare la gestione del diabete. Felice Strollo, vicepresidente di Aimas: "L'aspetto più importante è che, dato che i diabetici di tipo uno, quelli cioè con insulina carente, sono inibiti al volo fin dall'origine in Europa, si possa nel futuro cominciare a pensare di autorizzare, almeno quelli trattati con insulina perché nel tempo hanno esaurito la riserva, quindi non carenti in origine, di volare con un sensore perché consente di riconoscere, molto prima che avvenga, una crisi ipoglicemica e addirittura di capire che tra dieci minuti o un quarto d'ora entri nella fascia di glicemia a pericolo di riduzione immediata". Merito di questi bottoncini che si applicano sul braccio, in grado di misurare in tempo reale la concentrazione di glucosio non nel sangue, ma nel tessuto sottocutaneo. Un'innovazione che richiede però anche un adeguamento delle regole internazionali, come evidenzia Antonello Furia, responsabile dell'aeromedical section dell'Enac: "Quando parliamo di norme europee sono applicabili ai piloti, agli assistenti di volo, ai controllori di traffico aereo e ai piloti di droni. Per questi ultimi, con una decisione nazionale, è di questi giorni la pubblicazione del regolamento europeo, abbiamo esteso il criterio di certificazioni degli aeromobili leggeri, dove il pilota diabetico di tipo due, con una procedura che a mio avviso andrà anche semplificata, con le nuove tecnologie può già volare". Un'evoluzione spinta anche dalla ricerca scientifica in ambito aerospaziale, come conferma il presidente di Aimas Enrico Tomao: "Le sperimentazioni che vengono fatte a bordo della Stazione spaziale internazionale, soprattutto quelle mediche, ci permettono di studiare determinati comportamenti del nostro corpo all'interno soprattutto della cellula, che portano al miglioramento e alla scoperta di soluzioni più efficaci per la popolazione generale". Quanto ai piloti d'aereo in futuro non rimarranno certo disoccupati. Boeing prevede infatti che nel 2035, a livello mondiale, ne mancheranno 780.000. Quindi ben vengano anche i diabetici purché sotto controllo.

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Castagna (BASF Italia): difendere la chimica europea

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Politecnico di Milano ha 2 nuovi edifici con 4.600 mq di laboratori

Milano, 17 dic. (askanews) - Una porzione di città ha trovato una nuova armonia: il Politecnico di Milano ha inaugurato alla presenza della rettrice Donatella Sciuto due nuovi edifici con 4.600 metri quadrati dedicati ai laboratori; un momento storico per l'ateneo, frutto di un lungo passato. Le strutture in via Bassini ospiteranno il dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica (DCMIC) che porta il nome del premio Nobel "Giulio Natta", nonché il dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB).

Per il primo un edificio a facciata nera a sei piani, la planimetria "a pettine" consente una netta separazione spaziale tra gli ambienti dedicati agli 88 laboratori e le aree per gli uffici, garantendo ulteriore sicurezza e condizioni igienico-sanitarie ideali. Vi si svolgeranno prevalentemente attività di sintesi, trattamento di materiali e analisi per mezzo di tecniche cromatografiche, di estrazione e separazione. Oltre a un grande laboratorio didattico a piano terra per gli studenti in grado di contenere fino a 40 cappe chimiche.

"Una nuova infrastruttura tecnologica all'avanguardia che consente al Politecnico e al dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica di affrontare nuove sfide del contemporaneo. Per noi significa anche un momento di prossimità, ricongiungiamo quattro sedi del nostro dipartimento, alcune storiche, e offriamo a giovani volenterosi e curiosi di futuro prospettive che nascono da questa nuova struttura e da queste nuove strumentazioni. Siamo qui per loro e siamo qui anche per il nostro territorio, perché è qui che nuovi imprenditori coraggiosi e visionari troveranno soluzioni ai loro problemi", afferma Marinella Levi, direttore del dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano.

E come su una tastiera di un pianoforte, oltre ai tasti neri, c'è quello bianco. I circa 3.500 metri quadri su cui si estende il nuovo stabile del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, dagli esterni candidi, sono stati costruiti in continuità con l'Edificio 20 preesistente dove è stato riqualificato il piano terra dell'ala ovest. Il nuovo fabbricato su quattro livelli, col piano terra che ospita una grande sala conferenze da 210 posti e due laboratori informatici, punta ad espandere la capacità di fare ricerca oltre a incentivare condivisione e aggregazione.

"Abbiamo pensato molto ai giovani, che oggi per noi sono una categoria importante: abbiamo avuto tanti ingressi di giovani ricercatori che hanno esigenze particolari, quindi abbiamo cercato di creare degli spazi che fossero particolarmente adatti ai loro modi di lavoro e a facilitare i momenti di aggregazione", dichiara Sergio Savaresi, dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. "Abbiamo capito che è un'esigenza importante per loro, abbiamo cercato non solo di andare verso spazi funzionali ma anche spazi che sono adatti a queste nuove generazioni che vogliamo valorizzare al massimo", chiosa.

Grande rilevanza nella progettazione è stata data anche al tema della sostenibilità: sui tetti sono stati collocati pannelli fotovoltaici che alimentano un impianto da 270 kW di picco; il condizionamento è garantito dal trigeneratore del Polo Città Studi. E l'acqua piovana sarà recuperata e riutilizzata per l'irrigazione delle aree verdi.

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Luigi Nasta, Ricercatore Luiss Business School, ha dichiarato: "Le evidenze principali hanno messo in luce una differenza tra le percezioni e le consapevolezze; nello specifico i possessori di auto non elettrica ragionano soprattutto sulla base di quelle che sono le percezioni, quindi i loro dubbi e le loro aspettative nascono più da una narrazione che da un'esperienza reale. Abbiamo analizzato centinaia di risposte aperte e l'AI ci ha permesso di capire quali erano i pattern tematici e ci ha permesso di classificare queste risposte in quelle che sono poi delle categorie che sono emerse dalla nostra ricerca".

Lo studio condotto dall'Osservatorio della Luiss Business School ha evidenziato che il divario tra interesse potenziale e acquisto reale dell'auto elettrica è legato anche a pregiudizi come la diffidenza sulla durata delle batterie, la percezione di una insufficiente rete di ricarica autostradale e la valutazione sul prezzo d'acquisto. Ad offrire una panoramica dettagliata sui dati del settore elettrico è stata UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).

Roberto Pietrantonio, Presidente UNRAE, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Nella ricerca è stata presentata la percezione e la volontà di approfondire da parte dei consumatori. Noi riteniamo che il tema del dialogo sia fondamentale, forse è quello che è mancato in Europa. In Europa qualche anno fa si sono prese delle decisioni che avevano un obiettivo a lungo termine assurdamente condivisibile, ovvero la lotta alle emissioni climalteranti, ma forse gli obiettivi sono stati troppo ambiziosi".

Oltre al dialogo con le istituzioni, a rivestire un ruolo chiave sono quattro leve di crescita per il settore individuate dall'Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School: la riduzione del prezzo d'acquisto delle auto elettrice, la stabilità degli incentivi statali ed europei, la necessità di una rete di ricarica capillare e la garanzia di lunga durata delle batterie.

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L'Oms ricorre all'IA per "provare" efficacia medicina tradizionale

New Delhi, 17 dic. (askanews) - L'intelligenza artificiale usata per provare scientificamente la validità di pratiche secolari. L'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) scommette su questo ponte fra passato e futuro per analizzare la medicina tradizionale - a cui ha dedicato una importante conferenza a Nuova Delhi - e renderla compatibile, quando possibile, con i sistemi sanitari moderni.

"Si tratta quindi di un'opportunità enorme, e l'industria se ne è resa conto - spiega Shyama Kuruvilla, direttrice ad interim del Centro globale di medicina tradizionale dell'Oms - Ci sono settori in forte crescita come il benessere e i nutraceutici che valgono miliardi di dollari. Ma il ruolo dell'Oms è proprio quello di cercare le prove per garantire la sicurezza, l'efficacia e la fiducia in tutto questo".

Ad esempio l'IA può analizzare milioni di composti, le interazioni farmacologiche, estrarre i costituenti rilevanti per massimizzare i benefici e ridurre al minimo gli effetti avversi.

"I progressi nelle neuroscienze - spiega - possono aiutarci a studiare la meditazione e i cambiamenti nelle onde cerebrali, e, come sapete, la risonanza magnetica funzionale ci permette di osservare i percorsi del dolore e i cambiamenti. L'intelligenza artificiale ci permette di esaminare sistemi di conoscenza codificati e non codificati".

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