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In Germania 600 poliziotti in più per combattere l'estrema destra

sabato 21 dicembre 2019
1' di lettura

Roma, 17 dic. (askanews) - Il ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, ha annunciato la creazione di 600 posti di lavoro presso l'Ufficio federale della polizia criminale (Bundeskriminalamt) e l'Ufficio per tutelare la Costituzione. Obiettivo? Contrastare con più forza gli estremismi e il terrorismo di estrema destra in Germania. "Vogliamo intensificare la nostra lotta contro l'estremismo di destra e il terrorismo di destra, senza trascurare i nostri sforzi in altri settori", ha detto il ministro. "L'Ufficio federale della polizia criminale riceverà 300 posti addizionali specifici per la lotta contro l'estremismo di destra e l'Ufficio federale per la tutela della Costituzione ne riceverà altri 300".

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Roma, 1 lug. (askanews) - "L'attenzione al mare e a tutto ciò che ruota attorno al mare, non solo in termini economici e produttivi ma anche culturali e sociali, rappresenta da sempre una priorità di questo governo e della nostra nazione. Riteniamo strategico valorizzare quel vantaggio straordinario che l'Italia ha che deriva dalla sua stessa natura e collocazione geografica. Siamo al centro del Mediterraneo, un mare tornato protagonista nelle dinamiche globali come via di comunicazione più breve tra l'Occidente e l'Oriente". Lo ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un messaggio ad Assoarmatori.

"Un bacino - ha ricordato - che occupa solo l'1% delle acque del mondo ma che è attraversato dal 20% del traffico marittimo mondiale. L'anello di congiunzione tra i due grandi spazi marittimi del Pianeta, l'Atlantico e l'Indo-Pacifico. Questo offre all'Italia, alle imprese, ai lavoratori, occasioni enormi di sviluppo, di crescita, di benessere. Penso alle grandi opportunità che possono derivare dallo sviluppo delle interconnessioni economiche, energetiche, digitali e sono diversi i progetti strategici a cui stiamo lavorando con grande determinazione e concretezza per dare corpo e sostanza a questa visione".

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Suicidio assistito, l'appello di Martina Oppelli al Parlamento

Milano, 1 lug. (askanews) - Martina Oppelli, malata di sclerosi multipla da oltre 20 anni, lo scorso 4 giugno ha ricevuto il terzo diniego da parte dell'azienda sanitaria locale ASUGI in merito alla procedura di verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito: non avrebbe alcun trattamento di sostegno vitale in corso.

Nonostante le sue condizioni cliniche siano in costante peggioramento e nonostante la sua completa dipendenza da una assistenza continuativa e da presidi medici (farmaci e macchina della tosse), la commissione medica ha nuovamente escluso la sussistenza del trattamento di sostegno vitale, necessario per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.

Per questo motivo, lo scorso 19 giugno Martina Oppelli, assistita dal team legale coordinato da Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di Martina Oppelli, ha presentato un'opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti dell'azienda sanitaria. Alla diffida, che invitava ASUGI a riesaminare la posizione di Martina Oppelli alla luce delle indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale, l'azienda sanitaria ha risposto che sarà "immediatamente avviata una nuova procedura di valutazione" di Martina Oppelli da parte della commissione medica.

"Ammetto di non aver considerato di essere obbligata a subire l'ennesima insostenibile estate. Eppure, ho tutti i requisiti previsti dalla norma e dalle sentenze a ora presenti in Italia per poter usufruire di questo diritto. Un diritto al quale avrei preferito non dovermi mai appellare io, quella della resistenza a oltranza con un po' di esuberanza. Io che, come altre creature con diagnosi nefaste, adoro la vita fino a succhiarne anche l'ultima goccia di linfa vitale. Ciò che mi rimane è solo una grande stanchezza e lo sconforto per aver creduto nel senso civico di uno Stato laico che dovrebbe concedere al cittadino consapevole, autodeterminato, allo stremo delle proprie forze, di porre fine a una sofferenza per la quale nessuno è in grado di proporre soluzioni plausibili che io non abbia già sperimentato. Probabilmente saranno altri a poterne usufruire, a poterne gioire. E io, chissà, dovrò intraprendere un ultimo faticosissimo viaggio verso un paese non troppo lontano che ha già recepito la supplica di compassione di chi è stato condannato a soffrire a oltranza", ha dichiarato Martina Oppelli.

"Con questo terzo diniego, ASUGI dimostra di avere una posizione immotivatamente ostruzionistica nella valutazione delle condizioni di Martina Oppelli, che contrasta apertamente con la giurisprudenza costituzionale. Oppelli vive una condizione di totale dipendenza da caregiver per lo svolgimento di ogni singola attività quotidiana, comprese le funzioni biologiche primarie, utilizza quotidianamente la macchina della tosse per evitare il soffocamento ed è sottoposta a una terapia farmacologica con innegabile funzione salvavita. Secondo la sentenza della Corte Costituzionale 135 del 2024, questi sono presidi che costituiscono 'trattamenti di sostegno vitale' perché 'la loro sospensione determinerebbe la morte del paziente in un breve lasso di tempo'. ASUGI, ignorando tutto ciò, sta infliggendo a Martina un trattamento che si traduce in tortura", ha dichiarato Filomena Gallo.

Intanto, è partita la raccolta firme promossa dall'Associazione Luca Coscioni per la legge di iniziativa popolare sul fine vita. L'obiettivo è quello di raccogliere 50mila firme entro il 15 luglio per poi approdare con la legge in Senato il 17 luglio, data in cui inizierà la discussione del testo proposto dalla maggioranza di governo. La proposta di legge dell'Associazione punta a legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l'eutanasia, con il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, dando tempi certi ai malati.

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Caldo a Roma, al Colosseo turisti a caccia di uno spicchio d'ombra

Roma, 1 lug. (askanews) - In visita al Colosseo con temperature bollenti e un alto tasso di umidità. Un'impresa per i turisti arrivati a Roma in questi giorni che si sono attrezzati con cappelli, ombrelli e acqua pur di non rinunciare a visitarlo, nonostante l'ondata di caldo torrido che sta colpendo i paesi del Mediterraneo, dalla penisola Iberica a Francia e Italia, fino ai Balcani e alla Grecia, con allarmi sanitari e un aumento del rischio di incendi.

È corsa per un posticino all'ombra sotto un albero o attaccati alle mura dell'Anfiteatro Flavio nell'attesa di entrare. A Parigi, ad esempio, la cima della Torre Eiffel è stata chiusa ai turisti per precauzione per l'allerta caldo.

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Chiuse spiagge della Cotes-d'Armor in Bretagna invase da alghe verdi

Roma, 1 lug. (askanews) - Chiuse le spiagge di Saint-Michel-En-Grève e Hillion, in Bretagna, nella Cotes-d'Armor, in Francia. Entrambe vengono regolarmente colpite dal problema delle alghe verdi, ma a causa del caldo estremo di questi giorni, il fenomeno ha raggiunto un livello giudicato "pericoloso" dagli esperti e il sindaco di Hillion, Annie Guennou, ha deciso di chiudere l'accesso a causa del superamento della soglia di gas tossici causati dalla loro decomposizione.

Queste alghe proliferano da alcuni decenni nella baia dove non arrivano le correnti marine e l'acqua è quasi stagnante. Invadono dagli anni '60 le coste del Nord della Francia e il fenomeno è diventato un problema sanitario pubblico.

L'inquinamento viene dalla terra, fonte e deposito di nitrati, dopo anni di produzioni intensive e uso eccessivo dei fertilizzanti sulle superfici agricole.

Negli ultimi anni è cresciuta l'attenzione sul fenomeno; dopo la morte di alcuni animali sulle coste della Bretagna, alcuni studi del ministero dell'ecologia francese hanno rivelato che la decomposizione delle alghe verdi produce dei gas che sarebbero nocivi per l'uomo.

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