Canberra, (askanews) - "Siamo dalla vostra parte", si è rivolto così agli australiani Scott Morrison, futuro settimo premier dell'Australia in 11 anni a seguito di una sorprendente rivolta interna al suo partito liberale, con la quale i conservatori hanno rovesciato il suo predecessore moderato Malcolm Turnbull. Morrison è un conservatore che si è messo in luce per aver inaugurato la linea della tolleranza zero nei confronti dei barconi di migranti che tentano di raggiungere l'isola-continente, spesso citata ad esempio dal ministro degli Interni italiano Matteo Salvini. Ministro del Tesoro da settembre 2015, 50 anni, cristiano evangelico, Morrison dice di essere uomo di fede e di famiglia, che tiene fede ai propri impegni. E porta a dimostrazione la sua azione energica e molto contestata a partire dal settembre 2013, quando il governo australiano ha chiuso ermeticamente le sue frontiere ai migranti. È sotto la sua guida che il ministero dell'Immigrazione, diventato anche "della Protezione dei confini" fa partire l'"Operazione frontiere sovrane" per scoraggiare i richiedenti asilo agli arrivi via mare. I barconi di migranti vengono sistematicamente respinti dalle navi della Marina australiana in operazioni in alto mare sulle quali regna il massimo riserbo. Chi riesce a passare tra le maglie dei respingimenti viene esiliato nei campi di detenzione su isole sperdute nel Pacifico, a Nauru e in Papua Nuova Guinea. E anche se la sua domanda d'asilo viene ritenuta fondata, non viene accolto sul suolo australiano.
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