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Pitti, Wp Lavori in Corso aggiorna la propria storia

di TMNews mercoledì 18 giugno 2025
1' di lettura

Firenze, 18 giu. (askanews) - Wp Lavori in corso è presente a Pitti Uomo con i suoi marchi iconici accomunati da un rapporto vitale col proprio mondo heritage.

"Qua viene rappresentato al massimo il nostro mondo da Barbour o Baracuta. Abbiamo anche delle novità che stiamo portando avanti da poche stagioni come Universal Overall o il nostro marchio di Camiceria Bidi Beggis. Ci sono anche Filson e Filson Donna e quindi sì, siamo perfettamente rappresentati nel nostro universo", spiega Gaia Vitolo Direttore Creativo WP Store.

Il Dna di Wp attraversa tutta la sua storia sin dagli albori: "Sono tutti marchi storici che hanno un'identità. Trasmettono una passione e vanno oltre all'ideale classico del mercato, appunto per la loro immensa storia e heritage da condividere", aggiunge Vitolo.

"Noi ci siamo sempre affacciati al mondo heritage, è stata sempre una nostra esigenza di comunicazione, adesso va di moda e noi ci troviamo nel pieno di questa moda, anche se è sempre stata una nostra esigenza. Quindi sì, quest'anno ancora di più per esempio, Barbour, incentra il suo concetto sul tartan, il suo codice stilistico maggiore legato alla sua identità del luogo, appunto, l'Inghilterra. Abbiamo il nostro G9, tutti i nostri pilastri, come per esempio il G18, che è una nuova categoria che stiamo introducendo, appunto, recuperata dall'archivio. Quindi - conclude Vitolo - quest'anno ancora di più abbiamo riguardato i nostri archivi e abbiamo riproposto la nostra storia aggiornata".

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"Non dobbiamo abituarci alla guerra, anzi bisogna respingere come una tentazione il fascino degli armamenti potenti e sofisticati", ha messo in guardia, aggiungendo che "in realtà poiché nella guerra odierna si fa uso di armi scientifiche di ogni genere, la sua atrocità, minaccia di condurre i combattenti ad una barbarie di gran lunga superiore a quella dei tempi passati".

"Pertanto in nome della dignità umana e del diritto internazionale - ha concluso - ripeto ai responsabili ciò che soleva dire Papa Francesco: 'la guerra è sempre una sconfitta'. E con Pio XII: 'nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra'".

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La "Stanza di Zurigo" è il cuore della mostra proposta per celebrare Zoran Music. Il percorso espositivo si dipana intorno a un'opera magistrale, realizzata tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50, su commissione delle sorelle di nazionalità svizzera Charlotte e Nelly Dornacher che, affascinante dai decori dello studio veneziano di Zoran, chiesero all'artista di riprodurli nella cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, per trasformarla in un locale accogliente di ritrovo tra amici. I luoghi di Venezia, i cavallini, i barconi carichi di bestiame, le donne dalle gonne multicolori e gli ampi parasole si intrecciano da un lato con i nudini, il ritratto dell'amatissima moglie Ida e delle committenti e dall'altro con le vedute di una Venezia trasognata.

Una mostra dedicata a uno straordinario artista come Anton Zoran Music non può che essere motivo di prestigio e di orgoglio sia per ERPAC FVG - Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, che ne è organizzatore, sia per Palazzo Attems Petzenstein, che la ospiterà nelle sue prestigiose sale. "Zoran Music. La Stanza di Zurigo, le opere e l'atelier" si propone come una sorta di prodigio, non soltanto perché riassume la produzione artistica di Music verso la fine degli anni '40, ma anche perché si tratta di opere originariamente realizzate sulle pareti e sul soffitto - ma anche su tele di lino e juta - della casa delle sorelle svizzere Charlotte e Nelly Dornacher, e poi recuperate dal raffinato restauratore, nonché cognato di Music, Paolo Cadorin affinchè potessero diventare un'esposizione itinerante - ha dichiarato Lydia Alessio-Vernì, Direttrice Generale di ERPAC FVG - Si tratta di una esposizione creata su misura per GO!2025 grazie alla collaborazione di ERPAC con la Charlotte und Nelly Dornacher Stiftung e con l'Archivio Barbarigo Cadorin Music, carica delle sue suggestioni e del percorso artistico umano e cosmopolita di un artista così evidentemente figlio delle nostre terre di confine .

La mostra propone la visione di opere con cui è documentata l'intensa ricerca artistica di uno dei pittori più raffinati ed enigmatici del XX secolo, dagli esordi a Zagabria al viaggio in Spagna, da Venezia a Dachau. Ritornato dalla prigionia alla città lagunare, nell'oro dei mosaici, nella luce di San Marco che si apre a Oriente verso la costa dalmata, Music ritrova la sua tavolozza e definisce la sua personalissima cifra stilistica.

Si divide per lunghi anni tra Venezia e Parigi. Le radici culturali di Music affondano da un lato nella nativa Mitteleuropa e nella storia millenaria di Venezia, dall'altro si nutrono delle immagini provenienti dalle grandi tradizioni pittoriche europee: El Greco, Goya, Rembrandt.

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