CATEGORIE

Pecoraro Scanio: "governo non sottovaluti allarme caldo e clima"

di TMNews giovedì 26 giugno 2025
2' di lettura

Milano, 26 giu. (askanews) - "Le temperature in tutta Italia hanno superato di gran lunga la media stagionale. Come ampiamente previsto, ci troviamo di fronte a un'estate siccitosa, caratterizzata da ondate di calore sempre più intense e pericolose". È l'allarme lanciato a Milano da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde ed ex Ministro dell'Ambiente, che chiede un'immediata presa di coscienza da parte del Governo e del Parlamento sulla gravità della crisi climatica in corso.

"Non possiamo più ignorare gli impatti del cambiamento climatico: si tratta di una vera e propria emergenza sanitaria, ambientale e sociale. Le ondate di calore mettono a rischio la salute dei cittadini, aggravano il rischio incendi e compromettono la vivibilità delle nostre città - afferma Pecoraro Scanio -. Da oltre 15 anni si parla di misure di adattamento al cambiamento climatico, ma pochissime sono state realmente adottate".

Tra gli interventi urgenti richiesti:

Aumento delle zone ombreggiate e degli spazi verdi nei centri urbani;

Assistenza specifica agli anziani e alle fasce fragili durante i picchi di calore;

Rafforzamento delle misure di prevenzione contro gli incendi boschivi, sempre più frequenti con caldo estremo e vento.

Pecoraro Scanio ha quindi rivolto un appello al Parlamento affinché obblighi il Governo a presentare un piano concreto per migliorare la qualità della vita dei cittadini e sostenere le imprese in difficoltà a causa degli effetti climatici estremi.

"È inaccettabile continuare a sottovalutare questa crisi - conclude -. Chi nega l'esistenza del cambiamento climatico non è solo irresponsabile: è complice di una catastrofe annunciata. Il negazionismo climatico è un danno per il Paese e per la sicurezza delle persone. È tempo di agire, con serietà e determinazion" .

tag

Ti potrebbero interessare

Al festival Glastonbury il mantra per la pace (e la polemica Kneecap)

Glastonbury, 26 giu. (askanews) - I partecipanti del festival di Glastonbury, in Inghilterra, cantano un "mantra per la pace" assieme ad attivisti palestinesi, israeliani e ucraini. Quest'anno, il celebre festival musicale è alimentato dalla polemica che circonda i Kneecap, un trio di artisti rap di Belfast che si esibirà sabato. Uno dei membri del gruppo, Mo Chara, sta affrontando un'azione legale perché avrebbe esposto una bandiera di Hezbollah, il movimento islamista classificato come organizzazione terroristica nel Regno Unito, durante un concerto.

"Non conosco la loro musica", afferma ad Afp la trentacinquenne Natasha Davies, "ma sarò lì per solidarietà". I Kneecap sostengono che le accuse contro di loro distolgono l'attenzione dalla situazione a Gaza. La BBC, che trasmette il festival, non ha confermato se la loro esibizione verrà trasmessa in diretta, scrive Afp.

TMNews

Mosca: la Russia ignorerà il nuovo tribunale speciale per l'Ucraina

Mosca, 26 giu. (askanews) - La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che la Russia ignorerà le decisioni del nuovo tribunale speciale per l'Ucraina, dopo che il Consiglio d'Europa e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato un accordo per la sua creazione. "Il lavoro e le decisioni di questo organo saranno privi di significato per noi. Considereremo l'adesione di qualsiasi Stato come un atto ostile, che riflette il desiderio non di risolvere, ma piuttosto di aggravare l'attuale crisi che circonda l'Ucraina. Per quanto riguarda tali strumenti di giustizia selettiva, saranno applicate le misure restrittive previste dalla legislazione della Federazione Russa", ha dichiarato Zakharova.

TMNews

NUME Festival a Cortona: grande musica classica e giovani talenti

Cortona, 26 giu. (askanews) - Un concerto al Teatro Signorelli con un violinista di fama mondiale come Gidon Kremer: in un certo senso il NUME Festival di Cortona può essere vissuto in questa immagine: un evento che vuole proporre la musica classica di qualità e il dialogo con il territorio. "Il sogno - ha spiegato ad askanews Natalie Dentini, fondatrice e direttrice artistica di NUME Festival - era portare qui, in questa culla etrusca, i più grandi artisti della musica classica internazionale. Ci piaceva l'idea di stare tutti qua insieme con questo pubblico meraviglioso cortonese che ci accoglie con grande calore e ci piaceva l'idea di passare una settimana facendo grande musica in questo bellissimo borgo".

Accanto al Festival, però, NUME ha anche una Academy, che ospita giovani musicisti da tutto il mondo e offre loro una formazione di alto livello, oltre che spazi per esibirsi. "Abbiamo fatto due mesi di grandissime selezioni molto molto difficili - ha aggiunto la direttrice - abbiamo selezionato solo 13 studenti su 320 richieste da tutto il mondo, Stati Uniti, Corea, Giappone, veramente un livello altissimo ragazzi che vengono da Juilliard, Yale, Berlino e quindi quello che vogliamo fare è far vedere ai ragazzi di qua che cosa si può diventare con lo studio, la passione e con tanta tanta costanza".

Tra i docenti della Academy anche una violinista importante come Stella Chen, che pur essendo poco più che trentenne, ha già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. "È un grande privilegio - ci ha detto - ma anche grande responsabilità, ed è bellissimo. In effetti sono sempre molto più stanca dopo avere insegnato rispetto a quando mi esibisco, perché quando insegno sento questo fuoco che mi porta a dare il 200% ogni volta, perché so che tutto ciò che dico o che non dico, può davvero lasciare un segno negli studenti per i decenni a venire, come è stato pr me con i miei insegnanti. Ed essere docente qui è una cosa speciale per me perché qui ho cominciato a farlo prima di passare alla facoltà di Juilliard".

Il festival, oltre che dai grandi musicisti, si alimenta anche dell'atmosfera di Cortona, che fa da culla ai concerti e agli eventi e per alcune settimane trasforma la campagna toscana in una delle capitali della musica classica.

TMNews

Kenya, dopo proteste i famigliari chiedono giustizia: almeno 16 morti

Nairobi, 26 giu. (askanews) - Il giorno dopo che le proteste in Kenya hanno causato almeno 16 morti, secondo Amnesty International, le famiglie in lutto chiedono giustizia. Davanti all'obitorio a Nairobi è un via vai di auto, tra gli abbracci e le lacrime dei famigliari.

"Non so cosa dire, sono senza parole. Voglio giustizia per lui perché era tutto per me", afferma una donna, Winfred Mwangi, il cui marito è morto durante le proteste, rimasta con due figli piccoli.

Una zia, Fatuma Opango, il cui nipote adolescente è stato ucciso durante la protesta, chiede giustizia per il figlio del fratello, e racconta: "Mi è stata mandata una foto perché girava voce che due ragazzi fossero stati uccisi a Rongai, ed è così che sono arrivata qui all'obitorio comunale, dove ho mostrato alle guardie di sicurezza la foto di Ian Opango (il nipote, ndr), e mi hanno detto che il suo corpo era all'obitorio. Sono stata chiamata per identificare il ragazzo, ed era sicuramente lui. È stato colpito sotto l'occhio e il proiettile è uscito dalla nuca".

Le marce del 25 giugno - organizzate per ricordare l'anniversario della mega protesta contro l'aumento delle tasse un anno fa, culminata nell'assalto al parlamento - si sono concluse con decine di persone uccise dalle forze di sicurezza.

"Condanniamo questo uso eccessivo della forza - denuncia Hussein Khalid, Direttore esecutivo di Vocal Africa - Crediamo che la polizia avrebbe potuto mostrare moderazione. Non era necessario uccidere così tanti kenioti in tutto il Paese, e questo è il problema in cui ci troviamo. Se protestate contro le uccisioni compiute dalla polizia, ne uccidono ancora di più. Quindi riteniamo che ci sia ancora molta strada da fare e chiediamo giustizia per tutti coloro che sono stati uccisi", ha concluso.

TMNews