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Blitz dei carabinieri contro la camorra: 44 arresti nel Napoletano

di TMNews lunedì 17 novembre 2025
1' di lettura

Milano, 17 nov. (askanews) - Una articolata operazione contro la camorra nel Napoletano ha portato all'arresto di 44 persone, 34 in carcere e 10 ai domiciliari. Ad eseguire le misure i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna su ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli e richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Le indagini hanno fatto emergere il controllo diretto e indiretto della camorra, e particolarmente del clan Russo, sul territorio di Nola e i comuni limitrofi "di tutte le attività di carattere economico" soprattutto nel ramo immobiliare: i reati vanno dalla estorsione all'esercizio abusivo di giochi e scommesse, tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i rispettivi clan camorristici di appartenenza.

C'è anche un presunto caso di voto di scambio che riguarda le elezioni amministrative nel Comune di Cicciano, maggio 2023, e quelle del Comune di Casamarciano, giugno 2022.

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Cybersecurity, Fondazione Serics: lascito è specializzazione giovani

Milano, 17 nov. (askanews) - La Fondazione SERICS, nata nel 2022 nell'ambito del Partenariato Esteso su "Cybersecurity, nuove tecnologie e tutela dei diritti" (Missione 4 del PNRR), ha chiamato a raccolta tutti i suoi protagonisti, comprese aziende e istituzioni, per raccontare i risultati raggiunti e tracciare un percorso che guardi al futuro. Tre anni di attività, 23 enti partner tra università, centri di ricerca e grandi aziende, oltre mille esperti di cybersicurezza coinvolti, 1450 partecipanti ai percorsi di formazione erogati a soggetti pubblici e privati, 113 milioni di euro di investimento del PNRR: questi i numeri più rilevanti dell'attività svolta, nell'ambito del sistema nazionale della sicurezza digitale, realizzando un modello di collaborazione che unisce accademia, impresa e istituzioni.

SERICS ha sviluppato una rete interdisciplinare che ha prodotto prototipi, brevetti, piattaforme e strumenti destinati a imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini. Tra questi, la piattaforma Ida - Information Disorder Awareness, che utilizza l'intelligenza artificiale per analizzare e prevenire la disinformazione online; CallTrust, sistema innovativo per autenticare le comunicazioni telefoniche e contrastare le truffe di tipo vishing; CryptoAC, framework di crittografia distribuita per la protezione dei dati nel cloud; e CyberTour, il percorso formativo che ha portato la cultura della sicurezza digitale in nove regioni italiane, coinvolgendo amministratori pubblici, Pmi e studenti. A questi si aggiungono soluzioni che stanno contribuendo al rafforzamento della sicurezza aerea e della fiducia digitale.

I risultati sono stati esposti al SERICS Final Event del 12 e 13 novembre a Roma: due giornate di dialogo e approfondimento dedicate al futuro della cybersicurezza nazionale e internazionale, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, del mondo scientifico e del sistema produttivo, cui sono state illustrate le risultanze dei 10 spoke che hanno avuto per oggetto: Aspetti umani, sociali e legali; Disinformazione e Fake News; Attacchi e difese; Sicurezza dei sistemi operativi e della virtualizzazione; Crittografia e sicurezza dei sistemi distribuiti; Sicurezza del software e delle piattaforme; Sicurezza delle infrastrutture; Gestione del rischio e governance; Messa in sicurezza della trasformazione digitale; Governance e protezione dei dati.

La cybersicurezza - ha sottolineato il professor Vincenzo Loia, presidente della Fondazione SERICS - non è più solo una questione tecnica, ma una dimensione della cittadinanza digitale. Significa tutelare i diritti, la libertà e la fiducia dei cittadini nello spazio informativo. SERICS ha lasciato un segno importante, costruendo un metodo di collaborazione vincente tra ricerca e industria, capace di generare conoscenza e soluzioni concrete. La Fondazione Serics ha lasciato un'eredità significativa, avendo creato una categoria di giovani altamente specializzati e una filiera nazionale/europea di professionisti nel campo della cybersicurezza. Questa rete di competenze rappresenta una risorsa preziosa per il Paese, che può essere sfruttata sia nel settore pubblico che in quello privato. Data l'importanza crescente della cybersicurezza a livello globale, è fondamentale continuare a investire e valorizzare questa filiera di professionisti altamente qualificati .

Alessandro Armando, presidente del Comitato scientifico della Fondazione, direttore del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI e docente all'Università di Genova e all'IMT di Lucca: Grazie a SERICS è stato possibile orientare l'ecosistema nazionale della ricerca in cybersecurity su aree tematiche strategiche, sperimentando un modello di lavoro integrato e interdisciplinare che non ha precedenti neppure a livello internazionale. SERICS non è solo un progetto di ricerca: è un modo nuovo di organizzare la ricerca, valorizzarla e indirizzarla verso i bisogni del sistema produttivo e della pubblica amministrazione. Abbiamo messo a punto un programma molto importante di formazione avanzata, pensato per gli operatori di cybersecurity che operano nelle infrastrutture critiche nel nostro Paese, che sta ricevendo un ritorno molto interessante da parte appunto di enti e organizzazioni, sia pubbliche che private. Abbiamo dato una grande attenzione all'aspetto del trasferimento tecnologico, ovvero come migrare e trasformare queste idee che sono sviluppate dai nostri ricercatori nei laboratori, in soluzioni che possono essere usate nel mercato e potenziare quindi le difese rispetto alla minaccia cibernetica.

Rocco De Nicola, vicepresidente Fondazione SERICS: "Il progetto SERICS si è affermato come il punto di riferimento per la cybersecurity italiana nella ricerca e nella formazione. L'ampio materiale prodotto dalla Cyber Academy sarà sfruttato al meglio per supportare questa missione formativa".

Con il completamento del triennio, la Fondazione SERICS consegna dunque al Paese una rete di eccellenze e un patrimonio di competenze che continueranno a rafforzare la capacità italiana di proteggere infrastrutture, imprese e cittadini in un cyberspazio sempre più complesso e interconnesso.

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Procos, doppio Premio Felix per sostenibilità e governance

Milano, 17 nov. (askanews) - "Per Procos, azienda che opera nel settore farmaceutico, azienda chimico-farmaceutica che produce principi attivi da 80 anni, il premio Felix ha rappresentato un grande traguardo e grande motivazione e stimolo per le sfide future che ci attendono. Orgogliosi di averlo ricevuto quest'anno in maniera duplice, quindi sia per la sostenibilità economico-finanziaria e per le ESG nelle tematiche social e governance". Lo afferma Enrico Zodi, amministratore Delegato di Procos.

"L'innovazione per Procos consiste nello sviluppo di nuove tecnologie - spiega - Il nostro è un settore a elevate intensità di capitale, soprattutto in ambito ricerca e sviluppo e nuove tecnologie. In questo Procos è sempre stata all'avanguardia introducendo sia nuove linee di produzione, di sviluppo, di ricerca e associate a tecnologie sia analitiche che di sviluppo processo.

"La chiave di volta per Procos - prosegue - è stata l'ingresso nel gruppo internazionale giapponese CBC, evento che per noi ormai risale 20 anni fa, anzi il prossimo anno 2026 compiremo esattamente 20 anni da che entriamo in questo gruppo importante. Ci ha portato network, ci ha portato visibilità nei mercati più importanti del mondo e poi noi come sito produttivo abbiamo fatto il resto, abbiamo sviluppato una strategia basata sull'eccellenza, ci siamo posizionati e continueremo a posizionarci a un livello molto alto di servizio. Noi siamo in un tipico B2B e quindi prima del prodotto vendiamo il servizio".

"Procos e il gruppo hanno sempre mantenuto le persone al centro e ogni singola strategia di sviluppo è sempre passata e passerà attraverso la crescita delle persone che lavorano presso di noi. Questa - ha concluso - è la vera linea di demarcazione, quello che farà la differenza anche nel futuro, perché poi alla fine le tecnologie possono essere sviluppate da chiunque, ma il fatto di crescere le persone che lavorano nel nostro organico è una peculiarità".

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Amm. Munsch: per Nato sarà chiave la difesa aerea e missilistica

Napoli, 17 nov. (askanews) - "Un elemento significativo negli anni a venire per l'Alleanza sarà la difesa aerea e missilistica". A spiegarlo è Stuart Benjamin Munsch, ammiraglio a quattro stelle della Marina degli Stati Uniti d'America, alla guida delle forze navali Usa in Europa e in Africa, nonché dal 27 giugno 2022 del comando alleato congiunto delle forze Nato a Napoli (Jfc Naples). In un'intervista rilasciata in esclusiva ad askanews gli chiediamo quanto è stato efficace Jfc Naples nell'affrontare l'instabilità nei Balcani, in Medio Oriente e in Nord Africa? In che modo il quartier generale ha supportato la risposta della NATO alle pressioni migratorie e alla disinformazione legate alle minacce ibride?

"Questo quartier generale è responsabile - ci spiega l'ammiraglio -, per conto della NATO, della regione dei Balcani. Il nostro impegno principale lì è la nostra forza in Kosovo, la Kosovo Force (KFOR) che conta circa 4500 uomini. Siamo lì per mantenere un ambiente sicuro e protetto e la libertà di movimento per tutti i popoli, indipendentemente dalla comunità in cui vivono, all'interno del Kosovo. Quella parte dei Balcani è particolarmente difficile a causa delle profonde divisioni etniche. A questo aspetto presto attenzione ogni singolo giorno nel mio lavoro, monitorando le condizioni sul posto, confrontandomi con il nostro comandante in Kosovo, e collaborando con le nazioni limitrofe per migliorare la stabilità. Altra instabilità può derivare da minacce ibride come gli attacchi informatici e i sabotaggi in Europa. Questi provengono principalmente, ancora una volta, dai russi. Da qui l'importanza dell'intelligence e della condivisione delle informazioni tra le nazioni della NATO, per individuare quando il problema potrebbe aggravarsi e come affrontarlo per prevenirlo: lavoriamo in questo quartier generale con tutte le nazioni nella nostra area per rafforzare queste difese".

Un altro aspetto è la difesa aerea e missilistica, ci dice.

"Sono certo che l'opinione pubblica capisca quanto sia facile oggigiorno lanciare un drone a lunga distanza e colpire obiettivi. In tutta l'Alleanza, dobbiamo lavorare per migliorare la nostra difesa aerea e missilistica per contrastare queste minacce in futuro, e questo sarà un elemento significativo negli anni a venire per la NATO".

Lei cederà a breve il comando di Jfc Naples. Cosa lascia in sospeso per il prossimo comandante e come prevede che cambieranno le priorità strategiche della NATO negli anni a venire?

"Il lavoro non finisce mai quando si tratta di deterrenza e difesa, quindi ci sono sempre cose da rivedere", commenta Munsch. "Abbiamo fatto molti progressi con i piani di difesa che abbiamo elaborato, riorientando le nostre esercitazioni militari per provare parti di quei piani di difesa, trasformando il nostro quartier generale in quartier generale operativo e, in generale, elaborando una roadmap strutturata per modificare le condizioni del teatro operativo e renderle più favorevoli a noi. Alla base di tutto ciò c'è una crescente integrazione di tutte le forze della NATO. Sia per tutte le nazioni che collaborano, sia per le diverse forze armate, gli eserciti, le marine e le aeronautiche".

C'è poi, quello che viene chiamato "all domain warfare".

"L'apice dell'integrazione" afferma Munsch. "Si tratta di unire navale, aereo, terrestre, informatico, spaziale, elettronico e le forze operative speciali, ed essere in grado di gestirle come un'unità integrata contro l'avversario. È molto difficile da realizzare. Ma mentre studio ciò che è accaduto nella guerra tra Russia e Ucraina e nel Levante, è molto chiaro che questo è il futuro, e quindi noi della NATO dovremo continuare a lavorare su questo".

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Roma, il Mausoleo di Sant'Elena risplende ed è più accessibile

Roma, 17 nov. (askanews) - Nell'anno giubilare è finalmente più fruibile e accessibile a romani, visitatori e pellegrini, un luogo simbolo del V Municipio di Roma e di Tor Pignattara, il Mausoleo di Sant'Elena con il suo Antiquarium, grazie all'intervento di restauro, valorizzazione e messa in sicurezza, un progetto curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma nell'ambito del PNRR Caput Mundi, e dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, competente per le Catacombe Cristiane di Roma e d'Italia.

Il Mausoleo venne edificato nel IV secolo dall'imperatore Costantino e qui venne sepolta sua madre Elena che secondo molti influì sulla conversione del figlio e sulla promulgazione dell'editto di Milano del 313 che diede libertà di culto ai cristiani. Il nome del quartiere romano di Tor Pignattara deriva da qui, quando un crollo di parte della volta mise in luce le anfore-pignatte incorporate nella muratura per alleggerirla.

La Soprintendente Speciale Daniela Porro: "In questo Antiquarium sono raccolti e presentati dei reperti che provengono da questa zona, quindi sono reperti che sono rimasti vicini al loro contesto e questo è un valore aggiunto. L'intervento PNRR oltre ad aver migliorato questo luogo, la sistemazione esterna, la pavimentazione, la sistemazione del verde, ha reso questo monumento e quest'Antiquarium più accessibile sia per i disabili motori che per i disabili cognitivi e sensoriali. Non solo, ma rende possibile una fruizione più ampia per il pubblico".

Oltre a pannelli tattili, video guide in Lis, ricostruzioni 3D e nuove illuminazioni, è stato anche inaugurato un nuovo ingresso alle Catacombe dei santi Marcellino e Pietro da cui si accedeva all'esterno. In realtà, è stato riaperto l'antico passaggio che risale al 1769, che le collegava direttamente all'interno del Mausoleo.

Monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra: "È stato laborioso ma ci siamo riusciti, volevamo realizzarlo nell'anno del Giubileo, per creare un nuovo circuito più semplice, è un valore aggiunto per la visita al Mausoleo e alle Catacombe e un modo per renderle più fruibili e accessibili a tutti".

Le catacombe si estendono su una superficie di circa 18mila metri quadri con preziosi reperti paleocristiani e il nuovo accesso ha permesso di rendere visitabili nuove spazi. Un progetto che punta anche a valorizzare sempre di più le periferie, coinvolgendole nei circuiti turistici con proposte inclusive. "Roma non è soltanto i grandi attrattori turistici, il Colosseo, Fontana di Trevi, Castel Sant'Angelo, è anche il suburbio con i suoi luoghi straordinari e questo in particolare è importante sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista spirituale", ha aggiunto la Soprintendente Porro.

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