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Roma, il Mausoleo di Sant'Elena risplende ed è più accessibile

di TMNews lunedì 17 novembre 2025
2' di lettura

Roma, 17 nov. (askanews) - Nell'anno giubilare è finalmente più fruibile e accessibile a romani, visitatori e pellegrini, un luogo simbolo del V Municipio di Roma e di Tor Pignattara, il Mausoleo di Sant'Elena con il suo Antiquarium, grazie all'intervento di restauro, valorizzazione e messa in sicurezza, un progetto curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma nell'ambito del PNRR Caput Mundi, e dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, competente per le Catacombe Cristiane di Roma e d'Italia.

Il Mausoleo venne edificato nel IV secolo dall'imperatore Costantino e qui venne sepolta sua madre Elena che secondo molti influì sulla conversione del figlio e sulla promulgazione dell'editto di Milano del 313 che diede libertà di culto ai cristiani. Il nome del quartiere romano di Tor Pignattara deriva da qui, quando un crollo di parte della volta mise in luce le anfore-pignatte incorporate nella muratura per alleggerirla.

La Soprintendente Speciale Daniela Porro: "In questo Antiquarium sono raccolti e presentati dei reperti che provengono da questa zona, quindi sono reperti che sono rimasti vicini al loro contesto e questo è un valore aggiunto. L'intervento PNRR oltre ad aver migliorato questo luogo, la sistemazione esterna, la pavimentazione, la sistemazione del verde, ha reso questo monumento e quest'Antiquarium più accessibile sia per i disabili motori che per i disabili cognitivi e sensoriali. Non solo, ma rende possibile una fruizione più ampia per il pubblico".

Oltre a pannelli tattili, video guide in Lis, ricostruzioni 3D e nuove illuminazioni, è stato anche inaugurato un nuovo ingresso alle Catacombe dei santi Marcellino e Pietro da cui si accedeva all'esterno. In realtà, è stato riaperto l'antico passaggio che risale al 1769, che le collegava direttamente all'interno del Mausoleo.

Monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra: "È stato laborioso ma ci siamo riusciti, volevamo realizzarlo nell'anno del Giubileo, per creare un nuovo circuito più semplice, è un valore aggiunto per la visita al Mausoleo e alle Catacombe e un modo per renderle più fruibili e accessibili a tutti".

Le catacombe si estendono su una superficie di circa 18mila metri quadri con preziosi reperti paleocristiani e il nuovo accesso ha permesso di rendere visitabili nuove spazi. Un progetto che punta anche a valorizzare sempre di più le periferie, coinvolgendole nei circuiti turistici con proposte inclusive. "Roma non è soltanto i grandi attrattori turistici, il Colosseo, Fontana di Trevi, Castel Sant'Angelo, è anche il suburbio con i suoi luoghi straordinari e questo in particolare è importante sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista spirituale", ha aggiunto la Soprintendente Porro.

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"Chiaramente, c'era un enorme lavoro da svolgere per i ministri e i negoziatori. Vi esorto ad affrontare rapidamente le questioni più difficili. Quando queste questioni vengono rinviate all'ultimo minuto, tutti ne escono perdenti - ha detto - non possiamo assolutamente permetterci di perdere tempo con tattiche, ritardi strategici o ostruzionismo. Il tempo della diplomazia performativa è ormai finito. Ora è il momento di rimboccarsi le maniche, unire le forze e portare a termine il lavoro".

A cinque giorni dalla fine della 30a conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima, i ministri sono arrivati a Belém per riprendere i negoziati e cercare di uscire dall'impasse politica che vede gli Stati insulari a rischio lottare per impegni più stringenti in materia di clima; Paesi come Cina e India alleati per eliminare barriere commerciali, come la tassa europea sul carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism, che imporre un dazio sulle emissioni di carbonio dei prodotti importati da paesi extra-UE); molti paesi del Sud del mondo, in particolare quelli africani che chiedono ai paesi sviluppati di aumentare i finanziamenti, mentre le grandi economie non vogliono decisioni che sottintendano che non stanno facendo abbastanza.

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Non è un segreto che Munsch tifi Napoli, che la domenica - lavoro permettendo - ami andare allo stadio per sostenere la sua squadra. Non solo. Diversi napoletani hanno notato che dall'arrivo dell'ammiraglio, Partenope ha portato a casa due dei tre scudetti vinti nella sua storia. E scaramantici come sono, forse non lo vorrebbero veder ripartire. Ma oltre al fattore umano, c'è il dovere, la strategia militare, la deterrenza e la difesa del mondo libero. Oltre all'integrazione delle forze dell'Alleanza che Munsch durante il suo mandato ha perseguito con grande scrupolosità.

"Sono arrivato - ci racconta - una settimana dopo la revoca delle restrizioni per il Covid in Italia, ed è stato un cambiamento davvero notevole. Poi uscirne per ristrutturare il nostro quartier generale, e poi farlo in un periodo come quello che abbiamo affrontato. Abbiamo riorientato il quartier generale verso la difesa territoriale, elaborato piani di difesa, riorganizzato le nostre esercitazioni, modificato i nostri processi interni, il tutto dedicato alla difesa del territorio Nato: è stato davvero, davvero significativo. E tutto questo si è aggiunto all'uscita dal Covid, dove diverse cose erano rimaste in silenzio per molto tempo".

Munsch è noto per la serenità olimpica con la quale affronta le crisi. E in questi anni le crisi non sono mancate nella sua area di competenza. In particolare l'aggressività della Russia, oltre al conflitto in Medio Oriente, ha sconvolto tutto. Qualcuno sostiene che il problema inizierà quando la guerra tra Russia e Ucraina sarà finita, gli diciamo.

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Intervista di Cristina Giuliano

Montaggio di Linda Verzani

Immagini askanews, Nato, Afp, internet

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Ucraina, Macron-Zelensky: "storico" patto per le forniture militari

Parigi, 17 nov. (askanews) - Un piano decennale a sostegno delle forze armate ucraine: lo hanno sottoscritto il presidente francese Emmanuel Macron e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Il memorandum di intesa prevede l'acquisto di 100 caccia "Rafale" da parte ucraina ed è il fulcro dell'accordo proiettato sino al 2035. Il capo dell'Eliseo ha sottolineato che "già quest'anno inizieranno progetti congiunti tra i due settori della difesa. "rodurremo insieme droni intercettori e lavoreremo allo sviluppo di tecnologie e componenti critici che potranno essere integrati nei droni ucraini", ha specificato Zelensky.

L'intesa, siglata sulla pista della base militare di Villacoublay, promette l'acquisizione da parte di Kiev di fino a 100 aerei da combattimento Rafale e di ulteriori equipaggiamenti militari, presentato dall'Eliseo come un impulso significativo per l'Ucraina nella sua lotta contro l'invasione russa.

"Si tratta di un accordo strategico che avrà una validità di 10 anni a partire dal prossimo anno. I principi fondamentali di questo accordo sono politici, finanziari, industriali. Si tratta di un accordo storico. È molto prezioso che la Francia stia compiendo un passo del genere per raggiungere una sicurezza realmente garantita in Europa" ha detto Zelensky durante la nona visita in Francia dall'inizio della guerra.

"Oggi facciamo un altro passo avanti. Continuiamo a concentrarci su una cooperazione più stretta e sull'integrazione delle nostre industrie", ha sottolineato il presidente francese, invitando ad agire a favore di una pace "giusta e duratura che spera di raggiungere prima del 2027.

Kiev sta vivendo però in momento molto difficile sul campo di battaglia, mentre i missili russi continuano a esercitare una pressione incessante sulle città ucraine, prendendo di mira in particolare le infrastrutture energetiche.

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